Il suolo è un luogo pullulante di vita e non sempre si fa bene nel lavorare la terra (che non vuol dire solo vangare). Anzi, il suolo è il luogo più biodiverso che ci sia. Ospita infinite forme microscopiche e altrettante macroscopiche, animali e vegetali. Nel suolo tutti questi esseri viventi trovano riparo e nutrimento, ma sono allo stesso tempo loro stessi a creare questo ambiente che caratterizza il nostro pianeta, che si chiama, per l’appunto, Terra. Si può dire che in quei pochi centimetri di materia, che ricoprono parte della crosta terrestre, si incontrano il cielo e la terra. Qui il sole offre l’energia per il compimento della fotosintesi, la CO2 si trasforma in zuccheri, mattoncini della materia organica. Quando questa incontra la roccia madre, si forma il suolo. Un matrimonio impossibile senza l’intervento della microbiologia. Servono secoli perché se ne formi un solo centimetro e una stagione di interventi sbagliati per perderne molto di più. Il suolo ha bisogno di attuare cicli di rigenerazione del suolo, per questo deve conservare la biodiversità capace di compierli.
Indice dei contenuti
- Lavorare la terra, è giusto farlo?
- Non disturbarlo con troppe lavorazioni
- Permetti all’aria e all’acqua di penetrare
- Evita la suola di lavorazione
- Lascia le radici nella terra
- Favorisci la presenza di lombrichi
- Favorisci la biodiversitÃ
- Nutri la microbiologia del suolo
- Tieni sempre la terra coperta
- Alterna le tue colture
- Reintegra l’humus
Lavorare la terra, è giusto farlo?
L’intervento dell’uomo, purtroppo, ha già distrutto una grandissima parte di questa preziosa e complessa materia formatasi in miliardi di anni di evoluzione. E il processo distruttivo si è accelerato con lo sviluppo dell’agricoltura industriale, fatta di grandi mezzi e interventi chimici per la coltivazione. Se non vogliamo che il nostro pianeta diventi completamente inospitale per noi dobbiamo permettere al suolo di rigenerarsi e, visti i danni fatti fino a qui, favorire tali processi in ogni modo, anche occupandoci di un piccolo orto. Ecco dieci strategie per aiutare il suolo a tornare vitale.Â
Se non vogliamo che il nostro pianeta diventi completamente inospitale per noi dobbiamo permettere al suolo di rigenerarsi e favorire in ogni modo processi costruttivi, anche occupandoci di un piccolo orto. Fabio Pinzi
Non disturbarlo con troppe lavorazioni
Gli organismi che vivono nel suolo occupano diverse nicchie ecologiche. Quando effettuiamo delle lavorazioni allo scopo di favorire l’attecchimento delle nostre colture, andiamo a disturbare queste nicchie. Più sarà profonda e invasiva la lavorazione e più tempo impiegherà la vita a ripristinare un equilibrio. In agricoltura è inevitabile questa attività di disturbo, ma possiamo effettuare i nostri interventi in modo da fare meno danno possibile. Vanno evitate per esempio le lavorazioni che stravolgono la stratificazione dei livelli del suolo e l’utilizzo di sostanze chimiche che interferiscono con i processi naturali.
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Permetti all’aria e all’acqua di penetrare
Le forme di vita del suolo hanno spesso bisogno per vivere di ossigeno, proprio come noi. Per questo la terra deve mantenersi sempre porosa. Una terra sana, ricca di vita, è piena di micro-cavità e l’aria può penetrarvi facilmente fino ad una certa profondità . Man mano che la terra perde materia organica e quando non presenta una copertura naturale che la difenda dagli agenti atmosferici, perde la sua porosità e si forma una sorta di crosta che non permette gli scambi gassosi. Se abbiamo crosta sull’orto dobbiamo romperla per far respirare gli ortaggi, ma se avremo lavorato in sintonia con la natura il problema non si porrà . Attraverso questi micro canali si muove anche l’acqua, una terra compatta e senza vita non farà penetrare acqua in profondità a danno delle falde acquifere e della stabilità idrogeologica.Â
Evita la suola di lavorazione
Arando la terra con un mezzo meccanico, un trattore o una motozappa, si può formare ad una certa profondità un compattamento del suolo, che intervento dopo intervento, formerà uno strato sempre più impenetrabile per le radici. Per le piante sarà come vivere in un vaso con poca terra a disposizione. Anche l’assorbimento dell’acqua sarà sfavorito da questo fenomeno. Un ripuntatore nelle grandi estensioni e una grelinette nel piccolo orto permettono di rompere la suola di lavorazione.Â
Lascia le radici nella terra
Intorno alle radici delle piante, nella cosiddetta rizosfera, vivono microorganismi simbionti, batteri benefici e patogeni, funghi micro e macroscopici, ma anche macrorganismi come anellidi, artropodi, molluschi. Se estraiamo le radici delle piante che coltiviamo distruggiamo in un batter d’occhio il loro mondo. Invece lasciando le radici nella terra queste continueranno a fornire nutrimento e decomponendosi lasceranno aperti canali di passaggio per aria, acqua e altri abitanti del suolo.Â
Una manciata di suolo ricco di radici
Favorisci la presenza di lombrichi
I lombrichi sono gli abitanti più noti del suolo, mangiatori e lavoratori instancabili non possono mancare in una terra sana. Ogni giorno compiono percorsi verticali sugli strati del suolo, mangiando la materia organica in decomposizione che trovano in superficie e mischiandola, nello loro apparato digerente, con la polvere della roccia madre che ingurgitano in profondità . Ne deriva un humus di lombrico ricchissimo di nutrienti, perfetto per la crescita delle piante. Cerchiamo di non disturbarli con lavorazioni frequenti e non uccidiamoli con concimi chimici o prodotti fitosanitari. E facciamoli prosperare anche in apposte compostiere per utilizzare il loro fertilissimo vermicompost.Â
Favorisci la biodiversitÃ
Il suolo è il regno della biodiversità , il 95% di quella terrestre vive proprio là e la presenza di così tante forme di vita è necessaria al mantenimento di un equilibrio. Inoltre vanno considerati tutti gli esseri viventi che, in vario modo, dipendono dal suolo e hanno su di esso un impatto. Le monocolture o i pascoli intensivi hanno conseguenze negative sul suolo, mentre un bosco misto riesce a creare un impareggiabile strato di fertile e profumato humus. Osservando e copiando la natura si scoprono ottime strategie per la fertilità del suolo.
Nutri la microbiologia del suolo
Tutto il brulichio di vita di cui abbiamo parlato fin qui, ha bisogno di mangiare per prosperare e moltiplicarsi. I vegetali lo sanno, per questo donano al suolo, attraverso le radici, circa il 30% degli zuccheri che producono con la fotosintesi. Il consiglio è di tenere nella terra piante vive il più a lungo possibile anche utilizzando la tecnica del sovescio, che prevede di far crescere una pianta al solo fine di nutrire il suolo. Prima che termini il suo ciclo vitale le piante da sovescio vengono tagliate e lasciate nella terra per il processo di decomposizione. Un altro nutrimento utile per la terra è il brf, il cippato di ramaglie fresche, che integrato nella terra nutre e fa prosperare i funghi che decomponendo la lignina ci donano humus.
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Bfr, cippato di ramaglie fresce da interrare nel suolo
Tieni sempre la terra coperta
La pacciamatura, ovvero la copertura del suolo, fatta con materia organica viva, ma più spesso morta, è una tecnica che aiuta molto la salute del suolo. Una coperta di paglia, fieno, lana, segatura, foglie o trifoglio nano rilascia nutrimento al suolo, lo difende dagli eccessi di caldo e di freddo, riduce l’evaporazione d’acqua, limita la crescita delle erbe spontanee, evita il compattamento, il dilavamento e la creazione di una crosta. Anche in questo caso stiamo imitando la natura che non lascia mai scoperto il suolo, se non ne deserto e nelle rocce più impervie.Â
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pacciamatura per albero da frutto
Alterna le tue colture
Ciascuna pianta per vivere ha bisogno di un suo mix di sostanze nutritive, diverso per ciascuna specie. Se coltiviamo troppo a lungo piante uguali o dalle esigenze simili finiremo per far esaurire nel suolo gli elementi di cui si nutrono. Alternare le colture dà il tempo alla terra di rigenerare i nutrienti, opera che compie grazie ad altre piante e organismi. Inoltre cambiare spesso coltura limita malattie e parassiti che, una volta giunti in un territorio, tendono a rimanere fin quando saranno presenti piante interessanti per loro.Â
Reintegra l’humus
Anno dopo anno le nostre coltivazioni orticole consumano humus. In realtà , se non raccogliessimo gli ortaggi, i cicli di rigenerazione naturale ne reintegrerebbero sempre la parte mancante. Dal momento che sottraiamo alla terra tante sostanze con i nostri raccolti c’è bisogno di restituirle quanto consumato. Lo si fa aggiungendo compost, stallatico, letame, sovescio e altra materia organica.Â
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Libri consigliati
Il suolo un patrimonio da salvare, ed. Slow Food, di Claude e Lydia BourguignonÂ
Agricoltura organica e rigenerativa, di Matteo Mancini. Edizioni Terra Nuova
Guide gratuite e ricette
Scarica le ricette per arricchire il suolo
Scarica la guida gratuita su come scegliere gli alberi
Corsi
Il suolo è vita
Food Forest
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Ho comprato il corso ma non so come fare a vederlo. Potete dirmelo?
Ciao Lavinia, ti rispondiamo per mail con tutte le info su come accedere. Buon corso!
Ciao, appena finisco il corso di Orto da Coltivare intendo iscrivermi al tuo. Innanzitutto complimenti vivissimi per come tratti gli argomenti, la prima dote di un divulgatore è farsi capire da tutto l’uditorio, esperti e no e tu ci riesci benissimo. Io ogni anno sostituisco il terriccio dei vasi e butto quello vecchio nel orto, vorrei sapere se anche il terriccio dei vasi, a prescindere dalla coltura ivi contenuta, si può rigenerare. Questa pratica mi permetterebbe di limitare l’impatto ambientale delle mie colture. Impatto già di per sé contenuto, visto che utilizzo terricci senza torba. Un saluto fraterno, Alessandro
Interessante il vostro approccio! Al ritorno da un vagabondaggio decennale all’estero, cerco di rimettere in sesto il mio giardino ciociaro (molto diverso dal terreno piemontese che ho di solito conosciuto). La terra è molto compatta, qui parlano di tufo, a me sembra un’argilla molto dura. Roccia d’estate, sciolta d’inverno. Vorrei anche capirla meglio ma non so come: analisi? carotaggi fai da te? Terra, terra mia…chi sei tu che fai crescere cosî bene ulivi e ginestre?
Al momento non ho l’esigenza di mettere su un orto ma un prato naturale (anche disordinato va bene) che non sembri il deserto del Sahara mi darebbe già molta soddisfazione. :) Sto provando a fare del compost anche se i risultati non sono ancora soddisfacenti….
Insomma, da dove inizio? Consigli?
Ciao Silvia, secondo me hai iniziato col piede giusto. Inizia dal suolo, miglioralo, dagli nutrimento. Coprilo con foglie, sfalci e ogni materia organica che ai a disposizione e che decomponendosi lo nutre. Nel video corso online che abbiamo realizzato “il suolo è vita”, spieghiamo molte tecniche per migliorare il suolo e per fare dei test fatti “in casa”, per capirne composizione e fertilità . Puoi fare il test per esempio con acqua ossigenata per osservare la quantità di sostanza organica, e il test del “barattolo” per osservarne la composizione. Così potrai intervenire di conseguenza
Ciao, da quest’anno ho deciso di concimare l’orto con humus di lombrico, in ragione di ca 1 kg a metro quadrato. Può bastare o è meglio integrare con altri concimi? Grazie mille per l’attenzione e buon raccolto.
Ciao Francesca. Sto portando gli ulivi e triturero’ le ramaglie, ma mi sorge un dubbio sull’uso poi del Copparo: va interrato subito in superficie, solo messo sopra per qualche cm o fatto maturare prima in mucchi o cordoli? Nel dubbio stamattina per il cippato che avevo ho messo sotto una decina di cm di letame no fresco, sopra una trentina di cm di triturato poi coperto con paglia…ma presumo dovrò aspettare mesi per la trasformazione. Cosa mi consigli di fare? Grazie se troverai tempo per darmi qualche consiglio.
Ciao Corrado, ci sono molti modi per usare il cippato. In genere si interrano le ramaglie fresche, ma senza esagerare con le piante sempre verdi che hanno le foglie. L’olivo potrebbe dar problemi visto che ha molte foglie. Quindi se lo interri non mettere soltanto olivo ma mischia con piante con foglie caduche. Oppure lasci il cumulo fermentare e a degradarsi e avrai un ottimo compost. Io uso il cippato di olivo sotto gli alberi. Ti link anche il video del BRF che avevamo fatto tempo fa: https://youtu.be/t9gzUBIBtZI
…scusa per alcuni errori dovuti al correttore ma ormai avevo inviato: portando=potando Copparo=cippato letame no fresco=letame fresco. Sicuramente lo avrai capito lo stesso. :-)
No problem, l’ho capito lo stesso