Nel mese di agosto nell’orto si deve provvedere alla semina o al trapianto di tanti ortaggi che raccoglieremo in autunno e inverno. Essendo ancora molto caldo queste operazioni risultano abbastanza complicate e richiedono alcuni accorgimenti quali: innaffiature leggere e frequenti ed ombreggiamenti. Inoltre è opportuno lavorare sempre nelle ore più fresche, la mattina presto o la sera al tramonto.

raccolti di agosto

raccolti di agosto, fagioli al centro e pomodori sulla destra

Lavori da fare nell’orto ad agosto

Semine di agosto

Semine e trapianti ad Agosto

  • insalate
  • rape
  • cime di rapa
  • finocchi
  • porri

Trapianti di agosto

Raccolti di agosto

Tra i raccolti di agosto non mancano i pomodori. Nella foto pomodori da salsa

La semina delle rape

In particolare agosto è il mese migliore per la semina delle rape e delle cime di rapa (Brassica rapa). Si tratta di piante molto simili della famiglia delle brassicacee, mentre delle prime mangiamo le foglie o la radice (rape da palla), le seconde vengono coltivate prevalentemente per l’infiorescenza, il broccoletto, che si raccoglie prima che i fiori sboccino. La rapa  era coltivata dai contadini soprattutto per l’alimentazione del bestiame che era l’unico foraggio fresco che si poteva avere in inverno. La pianta era usata in cucina come ortaggio. La radice, che poteva avere la forma tonda o allungata, ricordo che era particolarmente buona se cotta sotto la brace. Le foglie si possono raccogliere appena la pianta è sufficientemente cresciuta. Sono buone lessate e ripassate in padella con aglio e olio. Il sapore migliora man mano che la pianta subisce le gelate invernali. Raggiungono poi il massimo della prelibatezza quando, a febbraio o marzo, le rape si allungano e generano i fiori, le cosiddette cime, che si raccolgono insieme alle foglie più tenere. Non avremo la stesso risultato che coltivando le apposite cime di rapa, ma anche con queste si possono realizzare le stesse ricette.

cima di rapa

Cima di rapa. Brassica rapa sylvestris var. esculenta

La Brassica rapa sylvestris var. esculenta è la pianta che si coltiva esclusivamente per le cime ed è attualmente più diffusa nei nostri orti. Ha un ciclo di vita, tra la semina ed il raccolto, che varia a secondo della qualità tra i 40 e i 120 giorni. La semina si può fare da luglio a settembre. Alternando le qualità o i tempi della semina si possono avere delle verdure da lessare, le pulezze, come vengono chiamate in Val di Chiana queste verdure così cucinate, che siano cime o foglie, per un lungo periodo che va da fine estate a quasi l’intero autunno. Le rape ci danno preziosi elementi nutritivi, contengono vitamina C e sali minerali come potassio e calcio.

Raccolti di agosto

Agosto è un mese molto ricco di raccolti, sia di frutta che di verdure:

verdure da raccogliere ad agosto

  • zucchine
  • fagioli
  • fagiolini
  • pomodori
  • peperoni
  • patate
  • melanzane
  • insalate
  • cavoli

frutta da raccogliere ad agosto

  • cocomeri
  • meloni
  • fragole
  • pesche
  • pere
  • susine

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Passata e pelati di pomodoro

Agosto è il mese della raccolta dei pomodori e di conseguenza anche della preparazione della salsa o dei pelati. Da noi è tradizione preparare la passata con i pomodori autoprodotti. Il consiglio è di scegliere la coltivazione dei San Marzano o di altre varietà con molta polpa e che alla raccolta siano ben maturi.

Qui trovi un breve video con il procedimento per fare i pomodori pelati

Ricetta pomodori pelati

  • Immergi i pomodori in acqua bollente per 15 secondi. Non si devono cuocere, questo passaggio serve per facilitare la pelatura.
  • Taglia i pomodori a metà, elimina i semi e la pellicina.
  • Inserisci i pomodori nei barattoli, compattando bene
  • Chiudi con il tappo e metti in una pentola piena d’acqua.
  • Bollire per 30 minuti 

Aspetta quindi che l’acqua si freddi per tirarli fuori e controlla che si sia formato il sottovuoto. Con questa ricetta si conservano per un anno, o anche di più. Quando li riaprirai sentirai il profumo dell’estate. I pelati chiaramente sono ancora più buoni se usi i pomodori che hai coltivato direttamente.

La raccolta delle susine

Al Bosco di Ogigia abbiamo tante piante di susino della specie denominata Mascina  di Montepulciano che dal 2017 è stata inserita nell’elenco dei Prodotti Alimentari Tradizionali (PAT). Si dice che la mascina, da noi meglio nota come scosciamonaca, cresca solo nel comune di Montepulciano. Questa ovviamente è un’esagerazione perché la troviamo anche nei comuni limitrofi e credo che tutta la zona della Val di Chiana sia adatta alla sua coltivazione. Questo frutto è diffusissimo nella zona e ne sono testimone fin da ragazzo. All’epoca in cui il nostro territorio era suddiviso in tanti poderi difficilmente ve ne era qualcuno che fosse sprovvisto di questo frutto. Era coltivato anche negli orti, chiunque avesse avuto intorno casa anche pochi metri quadrati di terreno difficilmente si faceva mancare una pianta di susine.

La pianta è rustica e può crescere anche spontanea. Resiste molto bene a malattie e parassiti pertanto non ha bisogna di alcun trattamento. Inoltre è molto produttiva: alcuni anni si carica talmente tanto di frutti che è frequente la rottura dei rami, ed è bene impalcare quelli più fitti per evitare ferite alla pianta. Il frutto è molto dolce, contiene potassio ed è ricco di vitamine A e B. La susina mascina, oltre ad essere consumata fresca, che è molto buona, può essere essiccata e si può farne marmellata, più precisamente composta di frutta.

susina scosciamonaca

susina scosciamonaca, o mascina, di Montepulciano

Essiccazione della susina

L’essiccazione al sole è molto facile, è sufficiente stendere le susine al sole, visto che nel periodo di maturazione, fine luglio metà agosto, fa molto caldo e le piogge sono rare. In alternativa possiamo metterle in forno, magari dopo la cottura dei cibi, lasciandolo raffreddare un poco. In seguito, per favorire una buona conservazione, è opportuno lavare le susine essiccate con il mosto d’uva, assumeranno un aspetto lucido e saranno protette dall’attacco di parassiti. 

Composta di susine

Anche fare la composta con le mascine è semplice: qui descriviamo la nostra procedura che trovate anche in maniera approfondita nell’articolo come fare la marmellata di susine. 

  1. Prendiamo le susine ben mature, le laviamo e togliamo i piccioli
  2. Le snoccioliamo: l’operazione è facile in quanto la polpa di questa qualità non è attaccata ai noccioli
  3. Mettiamo le susine in una pentola: preferibilmente in acciaio inox con fondo spesso
  4. Mettiamo sui fornelli, se sono a gas è opportuno mettere sotto una piastra spandi calore. Non è necessario aggiungere zucchero in quanto la susina ne contiene abbastanza
  5. Prima ancora di accendere i fornelli sul fondo della pentola si sarà formato uno strato liquido che crescerà con la bollitura fino a ricoprire le susine
  6. Occorreranno circa 3 o 4 ore di bollitura, il tempo è in rapporto all’intensità del calore, non dovrebbe essere necessario girare, si deve comunque controllare, servendosi di un mestolo di legno, che la confettura non si attacchi al fondo della pentola
  7. Quando il liquido si sarà sufficientemente ritirato la confettura diverrà abbastanza densa, pur restando in pezzi grossi e separata dal liquido. Questo è il momento di invasare. È necessario, perché si formi il sottovuoto, farlo mentre la confettura è in ebollizione, pertanto non dobbiamo spegnere i fornelli fino alla fine dell’operazione
  8. Si possono riciclare i vasetti in vetro che contenevano vari prodotti da supermercato, opportunamente sterilizzati. Eventualmente acquistando coperchi nuovi per essere sicuri della loro tenuta. Così confezionata la marmellata si conserva per oltre un anno. Un vasetto aperto può stare in frigo per circa una settimana.

Vasco Della Giovampaola

Lavori nell’orto ad agosto

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