I carciofi che mangiamo sono il capolino del fiore di una pianta perenne erbacea (la Cynara cardunculus subsp. scolymus), che raggiunge anche un metro e mezzo di altezza, tipica dell’area mediterranea. In Italia la coltivazione dei carciofi ha buon successo, soprattutto nelle regioni con il clima più mite, il nostro paese è maggior produttore al mondo di carciofi. In linea di massima marzo è il mese migliore per il trapianto dei carciofi (si fa in genere da metà febbraio a metà aprile). Si tratta di una pianta non facilissima da coltivare, soprattutto nei territori non vocati. Ha bisogno di una buona concimazione o di un suolo fertile e di molta acqua e nessun ristagno. 

Quando si piantano i carciofi

Trattandosi di una pianta perenne, la carciofaia può rimanere al suo posto per diversi anni. Tuttavia abbiamo bisogno di intervenire per rimuovere i nuovi germogli che si sviluppano accanto alla pianta madre e, se vogliamo, per trapiantarli altrove e permettere loro di crescere e di produrre a loro volta grandi boccioli da mangiare. Questi germogli, che si chiamano “carducci”, si sviluppano sia in autunno che in primavera.

Quando trapiantare carciofi

Il trapianto dei carciofi si fa da metà febbraio a metà aprile e in settembre e ottobre. Ci sono altri due modi per dare avvio a nuove carciofaie: attraverso i semi e trasferendo i rizomi. La semina si effettua a fine inverno o inizio primavera e porta al trasferimento in campo delle piantine tra aprile e maggio. Le parti dei rizomi, dette ovoli, si trapiantano in estate (tra luglio e agosto), quando la pianta è a riposo vegetazionale.

Coltivazione di cardi e carciofi al Bosco di Ogigia

Coltivazione carciofi e cardi al Bosco di Ogigia

Come si effettua il trapianto dei carducci (piccoli carciofi)

La rimozione dei germogli di carciofo si chiama “scarducciatura”. Le piantine vanno rimosse insieme alla parte del rizoma che le sostiene. Per poter trapiantare è necessario portarsi dietro con il rizoma alcune radici. Per farlo si utilizza una vanga con la quale si effettua un taglio netto che danneggi il meno possibile la pianta madre. Prima di interrare la piantina estratta si riduce il volume delle sue foglie, che le poche radici non riuscirebbero ancora a sostenere. Dopo il taglio fatto a 40, 50 centimetri dalle radici, ci restano le coste più robuste esterne e il germoglio centrale. Le foglie esterne rovinate si rimuovono completamente. 

Il trapianto va effettuato il prima possibile, in quanto il carduccio fuori dalla terra soffre e più tempo passa meno possibilità ci sono che attecchisca. Tra una piantina e l’altra bisogna lasciare almeno un metro di distanza, viste le dimensioni che raggiunge la pianta adulta. Nel trapianto copriamo bene le radici, soprattutto se lo effettuiamo in autunno e la pianta deve superare l’inverno. Facciamo attenzione anche a richiudere i buchi nel suolo aperti ai piedi della pianta madre. 

Le costole dei polloni di carciofo, che non avremo trapiantato, sono un ottimo ingrediente di base per molte ricette in cucina. Si possono mangiare in umido, fritti o al forno.

radici del carciofo

radici del carciofo, carducci appena scarducciati

Come si coltivano i carciofi

I carciofi hanno una radice fittonante e hanno bisogno di scendere in profondità nel suolo. Il terreno deve essere facilmente penetrabile, profondo, di medio impasto. Salvo eccezioni, per avere grandi piante e quindi grandi fiori, occorre aggiungere del compost o meglio del letame maturo al suolo di coltivazione. I carciofi soffrono per i ristagni d’acqua, ma questa non deve mancare, soprattutto in primavera. La fioritura e quindi la produzione della parte edule avviene, a seconda della varietà, in due periodi dell’anno, in primavera e in autunno. In alcuni casi la stessa pianta produce carciofi in entrambe le stagioni.

Concimazione del carciofo

I carciofi hanno bisogno di molto fertilizzante, meglio se organico, quindi va benissimo del letame maturo (pecora, cavallo, mucca). In alternativa usiamo come detto il compost, o lombricompost. In linea di massima il periodo migliore per concimare la nostra carciofaia va da settembre a febbraio, quando la pianta riprende a vegetare. Fondamentale per garantire la buona riuscita del trapianto concimare subito prima in modo da dare alle piantine (carducci), uno starter di energia per crescere vigorose.

gruppo di carciofi

gruppo di carciofi

Origine del carciofo

Questo fantastico ortaggio si pensa sia originario delle coste mediterranee e dalle Isole Canarie. Era usato sin dall’antica Roma, i romani ne erano infatti molto ghiotti. In Italia nel corso del tempo sono state selezionate varietà viola e verdi. Questa opera di selezione si data sin dal XV secolo.

Semi, raccolta e conservazione

Raccolta semi

Per ottenere una nuova varietà si parte dai semi e si selezionano ripetutamente i discendenti. Un’alta percentuale di piantine può tornare al selvatico, quindi sarebbe bene eliminarle. Larghi fiori viola si formeranno all’estremità degli steli. Solo i fiori migliori con attaccatura larga devono essere selezionati e lasciati per produrre sementi. Si consiglia di eliminare i carciofini laterali sullo stesso stelo per dare più energia ai fiori principali. I semi si trovano nei loro involucri dopo che la lanugine bianca è soffiata via. Il calice del carciofo è molto pungente, quindi attenzione a prelevarli.

Conservazione semi carciofo

I semi del carciofo, acheni, durano anche 5 anni. Molto importante tenerli al fresco e all’asciutto. Sono di colore grigio, appuntiti e oblunghi, un po’ appiattiti. Trenta semi di carciofo pesano circa un grammo.

I carciofi sono piante attraenti che possono vivere a lungo se coltivate in una zona favorevole. Dal libro su semi e biodiversità Manuale per salvare i semi dell’orto e la biodiversità, di Michel e Jude Fanton

La raccolta dei carciofi

Oltre al capolino possiamo mangiare la parte centrale del carciofo, più tenera, del suo stelo. Perciò il carciofo si taglia in basso, lasciando diversi centimetri di stelo. Per conservarli qualche giorno possiamo mettere in acqua gli steli, come si fa con altri fiori. La pianta produce un carciofo al centro, detto cimarolo e altri dalle ascelle delle foglie laterali. Si avrà pertanto una raccolta a scalare dal centro, con il carciofo più grande, verso l’esterno con capolini sempre più piccoli. La terza scelta sarà di carciofi piccoli (i carciofini), ma teneri e gustosi, ricercati per la produzione di sottoli.

carduccio carciofo

carduccio di carciofo, appena trapiantato

Malattie dei carciofi

I carciofi non piacciono solo a noi. Diversi sono i loro predatori e anche le malattie a cui sono soggetti. Partiamo dai topolini che possono presentarsi sotto terra per mangiarne le radici. Altri estimatori sono le larve delle nottue (varie farfalle notturne) e le minatrici del carciofo (piccole mosche che scavano nelle foglie). Numerose le malattie fungine a cui sono soggetti: la peronospora, la muffa grigia, il marciume del colletto. Sono colpiti anche da virosi, le più difficili da contrastare. Per evitarne la diffusione bisogna rimuove le piante infette. Come per le potature degli alberi dobbiamo fare attenzione agli attrezzi da taglio che usiamo. Dovremmo disinfettarli spesso per evitare di trasmettere malattie da una pianta all’altra.

operazione di trapianto di carciofi

operazione di trapianto di carciofi nell’orto

Quali sono i benefici dei carciofi

Il carciofo contiene vitamina C, ferro, tannino (per questo annerisce il coltello che lo taglia). Ha proprietà astringenti e toniche, ben note nella medicina antica. La radice, il fusto e le foglie sono pure diuretiche, in antichità si usava contro le febbri intermittenti. Le radici e le foglie, cotte nell’acqua o macerate nel vino bianco, oltre che come diuretiche, si usano anche come tonico. Contro le diarree si consiglia di mangiare carciofi crudi, solo con olio, sale e pepe. I carciofi sono molto indicati per le persone anemiche, per i diabetici e anche per i sofferenti di stitichezza. Non si adattano agli stomaci che digeriscono con difficoltà, se non sono prima lessati e conditi con olio crudo e un po’ di sale. Le radici, cotte nell’acqua (20 grammi per 100 di acqua), danno un decotto molto diuretico, usato nell’artrite, nel reumatismo e nella renella.

Questo ortaggio, oltre ad essere gradito alla maggior parte dei palati, è stato considerato da sempre un ottimo rimedio per la salute. Il carciofo è molto ricco di ferro, ha un buon valore nutritivo con un basso apporto calorico. Nella cultura popolare possiede virtù salutari grazie alla ricchezza della sua composizione: sodio, potassio, fosforo, vitamine (A,B1,B2,C,PP), ferro, acido malico, acido citrico, tannini e zuccheri consentiti anche a chi soffre di diabete. Quindi per tradizione il carciofo è sedativo per la tosse, tonico, stimolatore del fegato, fortifica il cuore, dissolve i calcoli e disintossica. Favorisce la diurisi renale e regolarizza l’intestino, proprio come il cardo.

Fonte: Le piante che ridanno la salute, di Giuseppe Antonelli. Azienda Libraria Cattolica Italiana.

Storia e origine

Le origini di questo meraviglioso ortaggio sono molto antiche, documentazioni storiche indicano che la domesticazione del carciofo sia avvenuta in Sicilia a partire dal I secolo dopo Cristo. La pianta era già conosciuta dai greci e dai romani, ed era chiamata Cynara. Probabilmente si trattava del selvatico. Nel XV secolo il carciofo era già conosciuto in tutta Italia. Venuto dalla Sicilia, appare in Toscana nel 1466. Viene estesamente coltivato lungo le coste mediterranee, nella classica regione degli agrumi, dove il clima è molto caldo d’estate e decisamente mite d’inverno.

Pulizia dei carciofi

Il carciofo è notoriamente difficile da pulire ma esiste una tecnica precisa per farlo con semplicità. Il gambo si elimina tutto o in parte a seconda di come lo vogliamo cucinare. Si scartano le foglie esterne e delle altre si taglia solo la parte superiore, lasciando la parte più chiara. Infine si taglia la punta del carciofo e si “scava”, si tornisce il fondo scartando la scorza dura e fibrosa. Prima di tagliarli a spicchi si scava il centro. Quando puliamo i carciofi è bene immergerli in una bacinella di acqua e limone. Il limone eviterà infatti di farli annerire. Qui trovate un video sulla pulizia del carciofo.

Varietà di carciofi

Esistono molte varietà diverse di carciofi e conoscere quale stiamo per trapiantare nel nostro orto è importante, sia per la coltivazione che per il consumo. Le ricette che si possono realizzare con i carciofi dipendono dalla varietà. Famoso, per esempio, il carciofo romanesco, che si presta per due ricette famose: i carciofi alla giudia e i carciofi alla romana. A caratterizzare le varietà ci sono anche le spine, delle quali tenere conto. Alcune sono abbastanza pericolose, sia sul campo (le spine sono presenti anche sulle foglie) che sulla tavola. Ecco alcune delle varietà più famose: 

  • Carciofo spinoso di Sardegna Dop
  • Carciofo romanesco del Lazio Igp
  • Carciofo di Paestum Igp
  • Carciofo brindisino Igp
  • Carciofo violetto di Castellammare
  • Carciofo spinoso di Menfi
  • Carciofo violetto di San Luca
  • Carciofo violetto di Toscana

Francesca Della Giovampaola

Trapianto dei carciofi nell’orto (video)

Per coltivare carciofi abbiamo tre metodi: una riproduzione da seme, quella da rizoma e dal pollone (carducci). Si fa prima la scarducciatura e poi il trapianto. Vi faccio vedere nel video i trapianti di carciofi nel mio orto.

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Come fare… l’orto biologico, di Sara Petrucci ed. Simone
Manuale per salvare i semi dell’orto e la biodiversità, di Michel e Jude Fanton. Ed. Il filo verde di Arianna

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Video sui carciofi
Trapianto dei carciofi nell’orto
Coltivare il carciofo, le fasi (di Piergiorgio Ceccarelli di Natura e Bellezza)

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