Chi studia permacultura sa di dover progettare per i disastri e anche di dover reagire ai cambiamenti in modo creativo. Gli ultimi anni non cessano di presentare continue sfide, i disastri non mancano: dal riscaldamento climatico all’esaurimento delle risorse fossili, dalla progressiva desertificazione alle crisi economiche, per arrivare alla pandemia da coronavirus fino alla guerra (vedi l’ultimo conflitto in Ucraina), che mette in discussione ogni equilibrio.
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La permacultura ci aiuta a progettare per il disastro
C’è di che preoccuparsi, ma anche di fronte al quadro più fosco la progettazione ci viene in aiuto. Possiamo pensare alla permacultura come ad una cassetta degli attrezzi dalla quale estrarre gli utensili di cui abbiamo bisogno. Vediamo alcuni degli strumenti da tenere sempre pronti per affrontare i periodi difficili.
Ogni funzione va supportata da almeno tre elementi
Le funzioni importanti in questo caso sono quelle che ci permettono la sopravvivenza e il mantenimento di un confort di base. Pensiamo al riscaldamento delle nostre case, all’approvvigionamento di cibo, alle comunicazioni, agli spostamenti, alle relazioni sociali.
Per ciascuno di questi bisogni dovremmo pensare ad almeno tre modalità diverse per soddisfarli. Le nostre abitazioni dovrebbero disporre di sistemi a bassa tecnologia da mettere in funzione nel caso che qualcosa vada storto con gli impianti principali. Ad esempio una stufa economica, che possiamo tenere spenta per anni e una modesta scorta di legna da ardere, possono soddisfare molte necessità nel caso che venisse a mancare la fornitura di gas per un periodo. Una stufa riscalda gli ambienti, fornisce acqua calda e permette di cucinare. Pensiamo anche a sistemi di illuminazione alternativi alla corrente elettrica, che potrebbe subire un’interruzione dovute alle crisi. Si va dalle vecchie candele e più moderne lampade che si caricano di giorno con la luce solare e forniscono illuminazione nelle ore notturne.
Anche per mantenere le fondamentali reti sociali pensiamo prima che sia tardi a come rimanere collegati nel caso non funzionino il telefono o internet e a come spostarsi se mancassero i carburanti. Una buona pratica può essere quella di ritrovare l’abitudine di condividere un luogo d’incontro, da raggiungere senza bisogno di un appuntamento.
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Cucina economica, stufa che si alimenta con la legna. Si cucina e si riscalda la casa
Raccogli e conserva energia
Questo è uno dei 12 principi di David Holmgren che tutti i permacultori hanno ben presente. L’energia non è solo quella elettrica, sono tutte le risorse utili, dai carburanti, alla legna, dal cibo ai semi. Sintetizzato in un proverbio il principio suona così: prepara il fieno finché c’è il sole. L’attuale organizzazione sociale ci rende fragili di fronte ai disastri perché scoraggia la diffusione delle risorse dal momento che ce le rende facilmente raggiungibili con il denaro quando ci occorrono. Ma questa concentrazione in poche mani o in pochi centri di stoccaggio rende le nostre società particolarmente vulnerabili. Meglio incoraggiare l’autosufficienza a livello domestico e locale e conservare l’energia in modo diversificato, decentrato, facilmente utilizzabile, su piccola scala e senza dare nell’occhio per non attirare ladri.
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Scarica introduzione alla permacultura (pdf)
la casa del permacultore David Holmgren. Edificio autosufficiente, con più fonti energetiche e creata con materiali in bioedilizia
Usa e valorizza risorse e servizi rinnovabili
“Le risorse rinnovabili – spiega Holmgren – sono quelle che vengono rimpiazzate e sostituite mediante processi naturali in un lasso di tempo ragionevole, senza che vi sia bisogno di fare ricorso a input importanti di tipo non rinnovabile”. La terra fertile è una risorsa rinnovabile, lo sono un bosco, l’energia prodotta con il fotovoltaico o il mini-eolico, le fibre tessili naturali, le erbe spontanee. Lo sono anche i servizi ecosistemici, come la depurazione delle acque che si realizza naturalmente a patto di non sconvolgere i cicli naturali. Un servizio rinnovabile è il compost che possiamo produrre dai rifiuti e che diventa terriccio fertile per far crescere le piante nell’orto e nel frutteto.
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reagisci ai cambiamenti in modo creativo
Reagisci ai cambiamenti e usali in modo creativo
L’ultimo dei 12 principi di Holmgren calza a pennello in un periodo di profondi cambiamenti come l’attuale. Il cambiamento in realtà è sempre presente, la natura ce lo insegna. Un bosco evolve sempre e noi possiamo prevedere la sua evoluzione e progettare in modo che sia utile ai nostri intenti. A volte il cambiamento è incontrollabile, come nel caso di una guerra che viene decisa senza che sia possibile opporsi. In tal caso la flessibilità è la ricetta, pensiamo alla flessibilità che permette agli alberi di superare indenni le tempeste di vento, le alluvioni e anche le gelate.
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“I nostri figli e nipoti – e poi i loro discendenti- difficilmente avranno una vita caratterizzata da uno stato di stabilità e di illusorio, continuo sviluppo. Oppure da una cultura improntata a serenità, prevedibilità, sostenibilità. Dobbiamo quindi prepararli ad affrontare una vita di incertezze e di rapide trasformazioni. Ma dobbiamo anche insegnare loro i ritmi durevoli della natura e il valore del pensiero a lungo termine, dei comportamenti etici, coerenti e tenaci e dell’importanza degli aspetti semplici, normali, quotidiani della vita”.
David Holmgren
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