Ti manca il limone? Usa l’acetosella gialla, segui i suoi fiori giallo fluo e scoprirai unāerbetta molto gustosa. Nell’articolo imparerai a riconoscerla e a cucinarla con una super ricetta tutta vegetale.
Indice dei contenuti
- Nomi dellāacetosella gialla
- Acetosella gialla nellāantichitĆ
- CuriositĆ sull’acetosella
- Come riconoscere lāacetosella gialla
- Caratteristiche dellāacetosella gialla
- ProprietĆ dellāacetosella gialla
- Cosa indica per il suolo
- Come si coltiva lāacetosella gialla
- Usare lāacetosella gialla in cucina
- Ricetta degli spaghetti alla scappa-limone
- Ingredienti
- Procedimento
- Erbe spontanee di dicembre (video)
Nomi dellāacetosella gialla
Il suo nome comune ĆØ acetosella gialla, mentre quello scientifico ĆØ Oxalis pes-caprae: il nome generico della pianta, cioĆØ Oxalis, deriverebbe dal greco oxýs, acido, e da hals, sale, per via del sapore acidulo della pianta. Il nome specifico, pes-caprae, piede di capra, deriverebbe dal latino pes, piede, e da capra, capra, per la forma delle foglie che ricordano lo zoccolo di tale animale. Alcuni sostengono che sia la forma dellāapparato radicale a somigliare vagamente al piede della capra.
Lāacetosella (magari non questa specie in particolare, ma altre specie) ĆØ conosciuta popolarmente come agretta, lambrusca, melagra, juliola, salicchia, pentecoste, erba brusca bassa.
In Campania ĆØ nota con il nome di zucalimone (o sucalimon, cioĆØ letteralemente succhiare il limone, a seconda dei diversi dialetti regionali) proprio per il suo sapore acidulo che ricorda il succo di limone. I sardi la chiamano binuvorti, melĆ ja, suciosa, allelùja, argu. In Puglia come citufogghiu, lu pane e ccitu (pane e aceto), pappacitu, citufogliu. In Sicilia ha diversi nomi: trifogghiu acitusu, airu e duci, calacitu, agriduci, auriduci, cannaciti, cannacitula, erba agara, Iauradduci, sucameli. Non ci sono tantissimi nomi dialettali della pianta in Italia, ma se conoscete altre denominazioni dellāacetosella gialla, potete segnalare lasciando un commento in fondo allāarticolo.
Per non incorrere in errore fate sempre riferimento al nome scientifico, più specifico ed internazionale di quelli popolari. Ricordiamo che le piante hanno sempre un nome e un cognome. Il nostro nome, il genere, in questo caso è Oxalis, mentre il nostro cognome, la specie, è pes-caprae.
Acetosella gialla nellāantichitĆ
Lāacetosella gialla fu introdotta in Italia nei primi del 1800 circa, i cenni storici antecedenti a tale anno si riferiscono ad altre specie di acetoselle presenti giĆ nel territorio italiano, questi utilizzi storici si possono espandere anche allāacetosella gialla, di più recente introduzione.
L’acetosella veniva utilizzata giĆ dagli Egizi, dai Greci e dai Romani per favorire la digestione.
Dal Medioevo ai giorni nostri, questa pianta ĆØ utilizzata per insaporire le insalate e in tale epoca, specie in Inghilterra, veniva coltivata in tutti gli orti e veniva raccolta per fare minestre e salse piccanti.
CuriositĆ sull’acetosella
Come altre altre piante, lāacetosella preannuncia temporali rialzando e chiudendo le sue foglioline come un ombrello.
Una volta i bambini succhiavano e masticavano foglie e fiori della pianta per assaporare il sapore acidulo.
Una volta si preparava un prodotto, detto sale di acetosella, con lāacido ossalico prodotto dalla pianta, che serviva per cancellare le macchie di inchiostro e ruggine dai tessuti e per pulire il cuoio. Inoltre ĆØ un ottimo mordente per i colori e un disincrostante dei radiatori dellāautomobile, utilizzato anche per lucidare oggetti metallici di rame e bronzo.
Come riconoscere lāacetosella gialla
Riconoscere lāacetosella gialla ĆØ molto semplice: se non per le sue foglie a tre foglioline a cuore (non sbagliatevi con il trifoglio che ha la foglia con 3 foglioline, ma ovali), la riconoscerete sicuramente per i suoi brillantissimi fiori giallo fluo a 5 petali.
foglie di acetosella gialla, erba spontanea
Caratteristiche dellāacetosella gialla
Originaria delĀ Sudafrica, ĆØ presente in tutte le regioni dāItalia, isole comprese. Probabilmente fu introdotta nel 1806 nell’isola di Malta da una signora inglese proveniente da CittĆ del Capo, donata da lei a frate Giacinto, botanico locale, ma giĆ dal 1796 risulta coltivata in Sicilia, da cui si propagò rapidamente in tutto il Mediterraneo. Cresce fino a 600 metri di quota negli incolti, nei coltivi, al margine dei sentieri, propagandosi ovunque, dai prati soleggiati alle zone allāombra e nei luoghi più umidi. Questa pianta teme il freddo eccessivo, non disdegna neanche la cittĆ , cresce anche tra lāasfalto e il cemento.
à una pianta erbacea perenne, con rizoma carnoso (termine botanico che indica un tipo di fusto perenne, per lo più sotterraneo e ricco di sostanze di riserva, simile a una radice, ma con foglie ridotte a squame) e con bulbilli a goccia da cui si sviluppano velocemente le piantine (perciò si propaga così velocemente). La foglia, portata da un lungo picciolo, è composta da tre foglioline cuoriformi con superficie liscia, verde, spesso con macchie purpuree nella pagina superiore (vedi foto sopra) e peli sul margine. In primavera ogni pianta produce una ventina di bulbi che rimangono nel suolo dormienti in estate, per poi germogliare in autunno, fiorendo, con brillantissimi fiori giallo fluo a cinque petali, dai mesi invernali, novembre e dicembre, fino in primavera inoltrata.
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ProprietĆ dellāacetosella gialla
La composizione chimica dellāacetosella gialla non si conosce bene: oltre alle quantitĆ di ossalato di calcio e potassio. Alcuni autori mettono in guardia indicando di non esagerare con il consumo della pianta, questa contiene anche mucillagini, vitamina C e i suoi ottimi effetti antiossidanti sono dovuti probabilmente allāalto contenuto di composti fenolici, come riportato da moderni studi scientifici. Ha proprietĆ diuretiche, astringenti, depurative e rinfrescanti. Veniva indicata nella medicina popolare come antinfiammatorio, diuretico e depurativo. Veniva utilizzata come rimedio contro disturbi gastrici e renali e, applicata fresca esternamente, come lenitivo su pelli e mucose infiammate, per infiammazioni della pelle, punture, pruriti e graffi della cute migliorandone anche lāelasticitĆ e il tono.
Nel libro Wild Edibles, di Sergei Boutenko si può leggere che ĆØ ottima nel trattamento di costipazione, disturbi del sangue, reumatismi ed indigestione, per ripulire lāorganismo dai metalli pesanti come piombo, arsenico e mercurio, e che ĆØ unāincredibile fonte di ferro utilizzata dallāuomo da migliaia di anni.
Cosa indica per il suolo
Quando l’acetosella (Oxalis corniculata) cresce nei campi coltivati allora indica una perdita della fertilitĆ e un rischio di erosione grave
- Per approfondire: erbe spontanee, cosa ci indicano nel suolo
fiore di acetosella gialla
Come si coltiva lāacetosella gialla
Lāacetosella gialla ĆØ molto semplice da coltivare: basta mettere a dimora le radici carnose delle piante, recuperate durante una passeggiata, interrando in primavera in piena terra o circoscrivendo la coltivazione in vaso, se non volete far propagare la pianta in tutta la vostra terra. Disponete in terra o in un vaso capiente le radici di acetosella, posizionando la pianta in modo tale che il colletto (il punto in cui la parte che esce dal suolo incontra quella nel suolo, cioĆØ le radici) sia disposto al livello del suolo. Sistemate il vaso in un luogo semi ombreggiato e mantenete il suolo leggermente umido fino a quando la pianta avrĆ attecchito e riprenderĆ a crescere. Da qui in poi innaffiatela e raccoglietela abitualmente fino a quando le temperature inizieranno a diminuire nei mesi invernali quando la vegetazione della pianta seccherĆ in maniera naturale, rimanendo dormiente però nel suolo, rispuntando poi in primavera. Ricordate che teme il freddo eccessivo.
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Usare lāacetosella gialla in cucina
Tutte le 15 specie di acetosella presenti in Italia sono commestibili, occhio a non esagerare però siccome è ricca di ossalati, soprattutto di calcio, dei sali che se consumati in grande quantità possono far male.
Per lāuso in cucina potete raccogliere le foglie, ma anche tutta la pianta, radici comprese, nel caso dellāacetosella gialla. Dalle foglie si può ricavare una deliziosa tisana dissetante, come una limonata, facendo bollire una manciata di foglie in acqua per pochi minuti, poi si filtra e si lascia raffreddare, addolcendo a piacere. Le radici possono essere usate come gli asparagi.
Come lāacetosa (pianta completamente diversa!) arricchisce verdure e minestre con il suo sapore acidulo, sostituendo egregiamente il limone aggiunta a crudo alle insalate.
Se volete essiccarla, raccogliete le foglie e fatele essiccare rapidamente, in strato sottile affinchĆ© non si appiccichino tra loro e non anneriscano, in un luogo ombroso e ventilato o in essiccatore, conservando al riparo dalla luce e dallāumiditĆ , ricordando però che da secca perde gran parte delle sue proprietĆ . Potete utilizzarla, una volta essiccata, per unāottima tisana rinfrescante e depurativa.
Spaghetti alla scappa-limone con acetosella. Foto e ricetta Emanuele Cavaiolo
Ricetta degli spaghetti alla scappa-limone
Gli spaghetti alla scappa-limone ĆØ un piatto molto semplice da realizzare. Davvero sconvolgente per quanto sono buoni, la formula vincente ĆØ data da soli 2 ingredienti principali: pasta e acetosella gialla.
Per realizzare questa ricetta avrete bisogno di foglie di acetosella gialla staccate dalla pianta, oppure delle piante intere, non importa se ci saranno anche i fiori perchĆ© in cottura la pianta tende a disfarsi in un attimo creando una crema molto gustosa, grazie allāamido rilasciato dalla pasta e dalle mucillagini della pianta. Nella ricetta ho utilizzato una pasta integrale, voi utilizzate quella che più vi piace, lāimportante ĆØ divertirvi e sperimentare.
Per fare in modo che la ricetta riesca bene utilizzo una padella antiaderente, ĆØ un piatto che ho cucinato anche con normali pentole dāacciaio.
Ingredienti
- Foglie di acetosella o piante intere tagliate rasoterra
- Olio
- Acqua
- Sale
- Pasta integrale
Procedimento
Qui trovate tutte le fasi per realizzare gli spaghetti alla scappa-limone
- Portate lāacqua in ebollizione. L’acqua deve essere meno rispetto a quando fate la pasta solitamente (la pasta dovrĆ cuocere assorbendo lāacqua senza dover scolare alla fine) nella pentola o nella padella. Aggiungete sale a piacere
- Una volta raggiunto il bollore tuffateci gli spaghetti iniziando a girare appena possibile per non farli attaccare. Cuocete in poca acqua cosƬ da consentire allāamido rilasciato dalla pasta di iniziare a creare una crema.
- A metĆ cottura aggiungete alla pasta nellāacqua in cottura, un cucchiaio, o meno, di olio, questo servirĆ per formare la cremina insieme allāamido rilasciato dalla pasta
- Assaggiate gli spaghetti e quando arrivano a cottura desiderata e lāacqua di cottura inizia a scarseggiare, allungatela con un bicchiere dāacqua
- Ora potete aggiungere lāacetosella gialla, che cambierĆ subito colore dal verde al giallo, rimescolando gli spaghetti nella padella per amalgamarli alla pianta
- Assaggiate e regolatevi a gusto su quanto limonosa e acidula vi piace la pasta, se siete come me, abbondate pure con lāacetosella.
- Il piatto ĆØ perfetto cosƬ comāĆØ e pronto per essere gustato!
Fatela assaggiare ai vostri cari che si meraviglieranno del fatto che non ci sia limone nella pasta, perchĆ© lāacetosella gialla lo ha fatto scappare via!
Emanuele Cavaiolo (La Capra Selvatica)
Erbe spontanee di dicembre (video)

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Guida gratuita
5 erbe spontanee da riconoscere (ebook)
Libri
Il prato in tavola, di Dafne Chanaz,Ā ed. Terra Nuova
Mediterranean Wild Edible Plants di Sanchez-Mata,Ā ed. Springer
Video sulle erbe spontanee
Facciamo foraging, conosciamo tre erbe selvatiche
Erbe spontanee nellāorto, risorsa da raccogliere
Erbario
Scarica lāerbario in pdf (a cura di Wateki Taliana Tobert)
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Nel cosentino tirrenico la chiamiamo visciùla
Ciao Gianluca, grazie di aver contribuito con un aggiunta ai nomi dell’acetosella gialla. Un caro saluto
A Canicatti’ ( AG) che ĆØ un paese molto lontano heheh… la chiamiamo CARRACITULA! Grazie sempre per gli spunti che ci date. Non smettete mai di trasmettere, un abbraccio!!
Grazie Giuseppe! Un caro saluto
A Caltagirone (Catania) la chiamiamo Arcitella!
Grazie al bosco per fornircene ed alla tribu’ per mostrarcela!
Fantastico, grazie
O, nel Calatino, la chiamano Acitazzu
Grazie!
Bravo: spieghi bene. Chiaro e conciso.