L’equiseto è una delle piante più antiche della terra, è ricca di silicio e altri elementi, che la rendono molto efficace per combattere le malattie fungine di altre piante. Con le sue foglie si possono preparare dei trattamenti liquidi da irrorare con cui prevenire molte malattie fungine e rafforzare le difese immunitarie delle piante. Con l’equiseto possiamo preparare un macerato, un decotto o un infuso. Vediamo in questo articolo come fare queste tre ricette fai da te molto utili anche per l’orto.

Raccolta dell’equiseto

Per trovare l’equiseto, detto anche coda cavallina, bisogna andare alla ricerca di luoghi umidi. Si raccoglie molto facilmente in estate, sino ad agosto si trova senza problemi lungo laghi, fossi e dove c’è un ristagno d’acqua. Nella mia ricerca ho trovato molto equiseto in un fossato, la raccolta è molto semplice. Questa pianta infatti è composta da segmenti che si sfilano facilmente l’uno dall’altro, quindi si può raccogliere senza bisogno di un attrezzo da taglio come un coltello o delle forbici. Il periodo di raccolta dell’equiseto è compreso tra giugno ed agosto, è una pianta molto comune in ogni parte d’Italia, non avrete quindi difficoltà a reperire la materia prima per preparare i vostri decotti o macerati per l’orto.

Equiseto arvense

Equiseto arvense

A cosa serve l’equiseto per le piante dell’orto

Per trasformare questo equiseto in un trattamento per gli ortaggi possiamo utilizzare diversi metodi. Vediamo insieme come estrarre le sostanze che ci interessano e poi come realizzare il preparato da distribuire alle piante. Per fare un infuso basta versare dell’acqua bollente sopra le foglie di equiseto appena raccolte. Si preparano le foglie dividendole in piccoli pezzi e poi si versa l’acqua bollente nella pentola. Si lascia raffreddare e l’infuso di equiseto è pronto, meglio se lo lasciamo in acqua altre 24 ore. Le proporzioni per fare l’infuso sono 300 grammi di equiseto per ogni litro di acqua. Successivamente si procede alla diluizione in acqua (da 1 a 5 a 1 a 10), e si applica alle piante. L’infuso ci dà un estratto più leggero del decotto, che utilizza il calore più a lungo.

Infuso di equiseto

  • 300 grammi per 1 litro di acqua
  • versare acqua bollente su steli di equiseto in una pentola
  • filtrare e diluire

Decotto di equiseto

  • 300 grammi per 1 litro di acqua
  • si porta in ebollizione l’equiseto dentro una pentola con acqua e si tiene per 30 minuti
  • filtrare e diluire

Per fare il decotto si usano le stesse quantità dell’infuso (300 grammi di equiseto fresco ogni litro di acqua). Mettiamo acqua e foglie in una pentola e accendiamo il fornello. Aspettiamo che l’acqua cominci a bollire lasciandola sul fuoco per 30 minuti. In questo modo il nostro preparato è molto più potente. Potete scegliere quale preparato fare. Una volta pronto si può applicare sia con diffusione fogliare che per innaffiare le piante, per farlo assorbire dalle radici. Ricordiamoci sempre di filtrare il nostro preparato e di diluirlo in acqua prima di darlo alle piante, con percentuali diverse a seconda dell’intento che abbiamo. Generalmente al Bosco di Ogigia usiamo una diluizione in acqua di 1 a 7, se vogliamo una soluzione un po’ più leggera si diluisce invece 1 a 10, se la vogliamo più concentrata, più potente, diluiamo una parte di equiseto in cinque di acqua.

Macerato di equiseto

  • 300 grammi per 1 litro di acqua fredda
  • lasciare macerare per 7,10 giorni
  • filtrare e diluire

In questo caso non scaldiamo l’acqua, ma lasciamo molto più a lungo le parti verdi in ammollo perché rilascino le sostanze che ci interessano. Per capire quando il nostro macerato è pronto basta osservarlo. Quando il macerato di equiseto è in fermentazione produrrà infatti una schiuma bianca, quando questa schiuma bianca smetterà di prodursi, il nostro macerato sarà pronto per essere filtrato, diluito e applicato alle piante.

Equiseto essiccato

Se durante la preparazione vi avanza dell’equiseto non preoccupatevi, potete sempre decidere di essiccarlo facendo dei mazzetti da conservare appesi in un luogo fresco. Successivamente potrete utilizzare questi mazzetti per i vostri preparati (sia infusi, decotti o macerati), ottimi anche se la nostra materia prima è essiccata. Se usiamo l’equiseto secco attenzioni alle proporzioni: basteranno 100 grammi di pianta, anziché 300, perché in proporzione i mazzetti essiccati sono molto più leggero di quelli appena colti. Quindi useremo 100 grammi di equiseto essiccato ogni litro d’acqua.

Equiseto per le piante

L’equiseto ha un’importante caratteristica che è quella di prevenire (attenzione non curare) le malattie fungine delle piante e svolgere una funzione antiparassittaria. Questa pianta preistorica è ricchissima di minerali disponibili per le nostre piante. Il più importante, che è presente in maggiore concentrazione, è il silicio. Contiene poi l’acido salicilico,  l’acido ossalico, sali minerali come il calcio. L’equiseto ha veramente un’altissima percentuale di silicio e questo aiuta le piante a proteggersi e a creare le loro strutture difensive nei confronti delle aggressioni esterne.

equiseto, dettagli degli steli

equiseto, dettagli degli steli, segmenti

Equiseto per uso alimentare

L’equiseto arvense è molto importante anche per la nostra salute, si utilizza per tante ragioni, per esempio per rinforzare le ossa. Però qui bisogna fare molta attenzione perché esistono tante specie diverse. Per raccogliere il proprio equiseto per uso alimentare dobbiamo essere proprio sicurissimi della varietà che andiamo a raccogliere e anche delle condizioni nelle quali andiamo a raccoglierlo. Per i preparati per l’orto va bene anche la specie palustre, ma per uso alimentare solo l’equiseto arvense è commestibile.

Cosa indica l’equiseto nel suolo

L’equiseto ci indica la compattazione del suolo causata da macchinari pesanti o scarsa vita del suolo (carenza lombrichi), o mancanza di humus. In ogni caso può essere un segnale di allarme di una cattiva lavorazione del suolo nei campo.

Proprietà dell’equiseto

Come detto l’equiseto è ricco di silicio, una sostanza che il nostro corpo può facilmente trasformare in calcio. L’equiseto proprio per questo motivo è utilizzato per le sue proprietà diuretiche e mineralizzanti, soprattutto per il tessuto osseo, favorisce l’accrescimento osseo, la dentizione e la crescita di unghie e capelli. Questa pianta dall’aroma simile a quello del fieno la si può anche far essiccare e poi ridurre in polvere.  L’equiseto è un potente remineralizzante, ricco di potassio, manganese  e magnesio, oltre a contenere anche buone dosi di vitamina C e antiossidanti. Giova al sistema sanguigno, poiché favorisce la produzione di globuli rossi. Drena i tessuti gonfi, sfiamma e lenisce i dolori ed è famoso per le sue doti antiemorragiche.

Alcune delle sostanze di cui è ricco l’equiseto:

  • silicio (utile per noi e per le piante)
  • manganese
  • magnesio
  • vitamina C
  • antiossidanti
  • potassio
  • acido salicilico

Attenzione: evitiamo la raccolta di Equisetum palustre che è tossico per l’uomo e ha un fusto diverso dall’arvense, aghi più grossi e sembra un pochino spelacchiato confrontando con l’equisetum arvensis. Mai raccogliere erbe o piante che non si conoscono.

equiseto arvense e palustre

equiseto arvense e palustre

Come riconoscere l’equiseto arvense

Fate attenzione ad usare soltanto l’equisetum arvense e non l’equisetum palustris che non è adatto ai nostri preparati. Per riconoscerlo basta separare uno stelo tirando fuori la parte interna da quella esterna. Se si osserva con attenzione si può vedere come gli steli esterni sono più lunghi di quelli interni (vedi foto). In questo caso è l’equiseto arvense. Con l’equiseto di palude accade invece l’opposto, gli steli interni sono più lunghi di quelli esterni.

steli equiseto arvense

steli equiseto arvense, foto Eva Eisenreich

Varietà di equiseto

L’equiseto adatto per un uso alimentare (equiseto arvense), può essere confuso molto facilmente. La varietà che ci interessa è l’equiseto arvense, da non confondere con l’equiseto palustre. Le due piante sono molto simili ma con una attenta osservazione possiamo notare le differenze. Se non siete sicuri della specie raccolta, chiedete sempre consiglio ad un’esperto. Le piante sembrano davvero le stesse, anche se possiamo notare piccole differenze. In linea di massima il fusto dell’equiseto arvense (vedi foto sopra, anche se troviamo infinite variabilità) ha una sezione minore. La pianta è molto difficile da riconoscere specialmente quando non è fertile, in questa foto (vedi foto sotto), si vedono le due varietà, in linea di massima l’arvense è più piccolo e allungato.

Ci sono moltissime varietà di equiseto, eccone alcune:

  • Equiseto arvense
  • Equiseto fluviatile
  • Equisetum hyemale “Robustum”
  • Equisetum scirpoides
  • Equisetum variegatum
  • Equiseto palustre
equiseto arvense e palustre

equiseto arvense e palustre a confronto

Come distribuire l’equiseto alle piante

Ci sono diversi metodi per applicare l’infuso di equiseto alle piante. Possiamo utilizzare un semplice spray (in gergo spruzzino) e poi distribuire il preparato, utile se avete un piccolo orto o qualche pianta da trattare. Per distribuire l’equiseto alle radici o in una certa estensione, potete usare anche l’annaffiatoio. Basta innaffiare le piante con il nostro preparato diluito. L’equiseto serve per prevenire le malattie fungine, quindi va bene sia sulle foglie che possono essere colpite da questo tipo di malattie, che per le radici che possono presentare dei marciumi.

infuso di equiseto

preparazione dell’infuso di equiseto

La diluizione

Per distribuirlo sulle piante ricordiamoci sempre di diluire in acqua con un rapporto che va da 1 a 5, a 1 a 10. Di norma io uso una diluzione di 1 a 7, ovvero per ogni parte di preparato di equiseto sette parti di acqua. Se vogliamo un preparato un po’ più blando, più leggero, facciamo un preparato con un rapporto da 1 a 10. Per fare un esempio nella pompa da 5 litri metto dal mezzo litro di preparato sino ai 700 ml, questo se voglio una soluzione più forte. Questo trattamento ha effetti preventivi, quindi se avete già i vostri ortaggi invasi dalle muffe probabilmente non funzionerà. Se dovete prevenire e dovete rafforzare le vostre piante è molto efficace, le aiuterà ad essere più forti contro le avversità. Va benissimo anche per i pomodori. Il macerato di equiseto è davvero molto utile nell’orto. Una difesa tutta naturale, tutta biologica, che possiamo produrre a costo zero.

Equiseto, curiosità e cucina

L’equiseto è una delle poche piante che ci sono arrivate come erano, o quasi, rispetto al periodo primordiale. Parliamo di 400 milioni di anni fa. Allora non esistevano le latifoglie ma solo le aghiformi che molto raramente sono commestibili. Questo “fossile” dell’era preistorica era noto anche alle civiltà dei nativi americani che lo usavano come valido aiuto in agricoltura, sia per creare fertilizzanti che per rinforzare le piante perché fonte preziosa di minerali ricostituenti. L’equiseto si può cucinare oppure si possono consumare crudi i suoi giovani getti che sono molto utilizzati in Giappone (vedi Equisetum hyemale Japonicum). Questa fantastica pianta si può usare anche in polvere, dopo averlo raccolto, essiccato e pestato.

Filippo BellantoniFrancesca Della Giovampaola

Come fare l’infuso e macerato di equiseto (video)

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Fonti e libri
Equiseto arvense equiseto palustre
(actaplantarum.org)
Varietà di equiseto (it.yougardener.com)
Curare gli alberi da frutto senza chimica, di Francesco Beldì, ed Terranuova
Il prato in tavola, di Dafne Chanaz, ed Terranuova

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