Conoscete le sorbe? La frutta per i contadini non era considerata un alimento indispensabile. Non ricordo di avere visto piantare alberi da frutto nei poderi che abbiamo occupato e neanche in quelli vicini. I padroni non avevano interesse a spendere per le piante da frutto. I contadini neppure, non sapendo per quanto tempo avrebbero occupato quei fondi. Tuttavia i poderi che avevano dei frutti quali ciliegi, meli, peri, o fichi erano apprezzati e se ne teneva conto nella scelta in occasione dei cambi. Molto diffusa tra i contadini la susina mascina di Montepulciano e la pianta selvatica di sorbo. 

La susina tipica di Montepulciano

La susina selvatica era molto diffusa nella nostra zona, difficilmente si trovava un podere che ne fosse sprovvisto, una pianta selvatica di facile attecchimento che non necessitava di trattamenti. Era una qualità di susino molto produttiva una sola pianta poteva farne anche un quintale. Oggi è conosciuta come susina mascina di Montepulciano e fa parte parte dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali della Toscana (PAT). In alcune annate le piante erano così cariche che quando il frutto si ingrossava, anche prima della maturazione, si doveva puntellare i rami altrimenti si sarebbero spezzati, cosa che comunque accadeva spesso. Il frutto di colore violaceo è veramente buono ed è apprezzato ancora oggi. Noi lo chiamavamo sucina ma era detto anche coscia di monaca (ndR oggi Mascina di Montepulciano). Ricordo che io cominciavo a mangiarne appena il frutto da verde che era, si schiariva e iniziava ad arrossarsi in cima. Non era certo maturo ma aveva perso quel sapore decisamente amaro pertanto a me già piaceva.

susine

Susina mascina di Montepulciano (scosciamonaca)

La conservazione delle susine

Le susine erano usate principalmente per fare marmellata, una vera specialità, abbastanza dolce anche senza aggiunta di zucchero. Noi si considerava il frutto più adatto a questo fine. Le sucine venivano anche seccate; maturando entro la prima metà di agosto, quando il sole è fortissimo, l’operazione era abbastanza facile. Venivano stese su delle arelle, (intrecci di fibre vegetali, di solito vitalbie (steli di vitalbe), di forma ovale però appuntite da entrambi i lati) e poste appunto a pieno sole. Una volta essiccate le susine si mettevano dentro delle caraffe in vetro o coccio. Per difenderle dal tarlo che poteva rovinarle, al momento della vendemmia , si provvedeva a lavarle con il mosto. Con questo trattamento le susine assumevano un aspetto lucido. Riposte nei loro contenitori si conservavano per un anno intero. Si consumavano mangiandole cosi come erano o facendole bollire in acqua. Bollite riacquistavano le loro dimensioni naturali ed erano consumate insieme al loro brodo. Questa specie di tisana oltre ad essere molto buona aveva anche un effetto lassativo.

I frutti del sorbo

Altra pianta selvatica di cui gradivo i frutti era il sorbo. Questi però nelle nostre campagne erano rari. Al podere la strada ne aveva uno molto grosso un nostro vicino. Cosi io, mio fratello e i miei cugini, dietro suo invito, andavamo a raccoglierle. Si ponevano poi dentro una piccola cassetta o una scatola da scarpe sotto strati di paglia o lolla in modo che maturassero. Le sorbe acerbe sono molto aspre, assolutamente immangiabili. Mature hanno un sapore leggermente acidulo veramente invitante.

frutti di sorbo domestico

frutti di sorbo domestico

Il contenitore veniva nascosto solitamente dentro un pagliaio. Noi quattro ragazzi facevamo un patto: a visitare le sorbe saremmo venuti rigorosamente tutti insieme. Trascorsi quattro o cinque giorni tornavamo a controllare le sorbe. Si toglievano dalla scatole quelle mature e si dividevano in parti uguali ognuno se le mangiava immediatamente. In seguito si tornava all’ispezione ogni due giorni. alle volte si restava delusi perché di maturo trovavamo quasi niente. Ci veniva il sospetto che qualcuno avesse violato il patto facendo qualche visita in solitario, non abbiamo mai scoperto l’eventuale colpevole. Le sorbe si esaurivano rapidamente e dovevamo considerare se era il caso di fare un’altra incursione al sorbo.

Vasco Della Giovampaola

Susina mascina di Montepulciano (video)

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