Il fico è un albero conosciuto da sempre. Questo si deduce dalle leggende che ci sono arrivate: ha fatto ombra alla lupa durante l’allattamento dei gemelli Romolo e Remo, Siddharta si fermò in meditazione sotto di esso e raggiunse l’illuminazione divenendo il Buddha, le sue foglie sono state il primo vestito per l’uomo. Al di là delle leggende e dei miti, è accertato che il fico abbia origini remotissime, si ritiene che sia stata la prima pianta coltivata dall’uomo, circa 11.000 anni fa.

L’albero predilige terreni aridi e drenati, teme i ristagni d’acqua, le origini sono da ricercarsi in tutto il medio oriente. Attualmente è coltivato in tanti paesi: Turchia, Grecia, Stati uniti, Portogallo, Spagna, Algeria, Libia Marocco, Palestina, Egitto, Siria, Arabia Saudita, Russia, Giappone, Argentina e Australia. in Italia le zone di coltivazione sono principalmente Puglia, Calabria, Sicilia e Campania.

L’impollinazione del fico

Il fico appartiene alla famiglia delle moraceae, genere ficus. Può raggiungere in altezza fino ai dieci metri. Il tronco è corto e rugoso i rami sono contorti e fragili, la corteccia è di colore grigio cenere. Esiste l’albero maschio, detto caprifico, e quello femmina che produce i frutti. Il sistema di impollinazione è particolare e molto complicato. Il caprifico, è una pianta selvatica e molto invasiva, possiamo vederla spuntare anche tra le mura delle case abbandonate, produce fichi piccoli e duri, assolutamente non commestibili. Dentro a questi fichi entra per deporre le uova la blastofaga, un piccolo insetto detto la vespa del fico. La vespa, dentro il fico maschio, attua il suo processo di riproduzione. Quando nasce la nuova generazione la vespa esce dal fiore del caprifico per cercare un nuovo siconio. Continuando nella sua ricerca di fichi maschio, sovente finisce su una pianta femminile e lì causa l’impollinazione del frutto commestibile.

I fiori del fico sono racchiusi all’interno di quella sacca a forma di pera che conosciamo come frutto, non è possibile pertanto che avvenga l’impollinazione attraverso le api o altri insetti oppure con il vento. Pertanto questa minuscola vespa è l’unica in grado di compiere l’opera. Per contro i minuscoli fichi prodotti dal caprifico sono  l’unico luogo idoneo dove la blastofaga può nascere e riprodursi. Per favorire l’impollinazione dei fichi, già nell’antichità, si procedeva alla cosiddetta caprificazione che consiste nell’appendere rametti di caprifico carichi di quei minuscoli fichi maschi ai rami della pianta femmina in modo da permettere alla minuscola vespa di circolare facilmente tra i frutti delle due piante.

albero di fico

albero di fico varietà verdino al Bosco di Ogigia

La maturazione dei frutti

I fichi, come abbiamo accennato, non sono frutti ma fiori, racchiusi nella sacca che vediamo spuntare sui rami prima ancora delle gemme foglia. Al momento della maturazione si ingrossano vistosamente per poi ammorbidirsi entro alcuni giorni. questo è il momento di raccogliere i fichi. Una esigua quantità di fichi, che varia a secondo della specie, matura in netto anticipo, entro la
primavera. Questi sono detti primaticci o fichi fioroni. La qualità non è la stessa, risultano meno carnosi e saporiti. Gli altri iniziano la maturazione circa a metà agosto e questa prosegue in modo graduale almeno fino tutto settembre. Staccando il fico dall’albero, in particolare se non ben maturo, si produce una secrezione bianca chiamata latte di fico. Si pensa che spalmando questo lattice sulla pelle si intensifica l’abbronzatura. In realtà il lattice è irritante pertanto è sconsigliabile questo utilizzo.

frutto di fico

frutto di fico

Proprietà dei fichi

I valori nutrizionali del fico sono molto interessanti: contengono vitamine in abbondanza (le più presenti sono la vitamina A e la vitamina C), sali minerali quali magnesio, potassio, ferro, oltre ad antiossidanti e molti zuccheri, scarso l‘apporto di grassi. Da freschi non sono nemici della linea come si pensa perché contengono poche calorie, mentre da secchi gli zuccheri si concentrano. Il miglior utilizzo dei fichi, come per tutti i frutti, è consumarli freschi. Tuttavia è abbastanza facile essiccarli, in questo modo si conservano a lungo e mantengono gran parte delle loro qualità.

L’essiccazione dei fichi è una pratica diffusa in tutto il mondo tanto che i fichi secchi sono divenuti sinonimo di cosa molto abbondante e pertanto poco pregiata. Il famoso detto “fare le nozze con i fichi secchi” intende proprio il voler fare una cerimonia tanto importante spendendo pochi soldi.  Abbiamo detto che l’albero di fico predilige il clima asciutto, occorre aggiungere che ancor di più questo è necessario per il frutto. Infatti con la pioggia i fichi maturi si spaccano facilmente ed alcuni si aprono totalmente mostrando l’interno come fossero fiori. Inoltre con il persistere dell’umidità marciscono velocemente.

Varietà di alberi di fico

Al Bosco di Ogigia abbiamo diverse piante di fico di qualità diverse: la prima esisteva già al momento dell’acquisto del terreno, si era seccata e sono spuntati dei polloni accanto alla pianta morta. Adesso è tornato a essere un albero, anche se di piccole dimensioni, che produce fichi color nero violaceo all’esterno e polpa rosso vivo all’interno. La varietà dovrebbe essere “brogiotto nero”. Il secondo lo abbiamo piantato circa 9 anni fa, è molto produttivo, i fichi sono piuttosto piccoli, buccia color verde e polpa rossastra, si tratta della varietà “verdino”. La terza pianta cresce molto lentamente e produce ogni anno pochi frutti però di grosse dimensioni. È un peccato perché si tratta di una pianta di fico dottato, una varietà molto apprezzata. In diversi punti del campo sono stati piantati altri piccoli fichi, l’ultimo arrivato è il “fico melanzana“, varietà bifera, (grazie Gian Marco Mapelli!), che prende il nome dall’ortaggio a cui assomiglia per forma e colore. Infatti il frutto è allungato e di grandi dimensioni, la buccia è viola grigio e la polpa rosa matura da metà settembre. Quando inizierà la sua produzione allungherà la stagione dei fichi nella nostra food forest.

Varietà di fico bifere e unifere

Per capire come si comporta un fico dal punto di vista produttivo, e avere quindi riferimenti per la potatura, occorre distinguere tra varietà bifere (che producono fioroni in giugno e fanno frutti in agosto-settembre) e unifere (che producono solo i fichi in agosto e settembre). Nella varietà bifere al germogliamento della gemma mista sorge un germoglio, si formano e si sviluppano i fichi che saranno pronti per la raccolta in estate. Invece verso la punta dello stesso germoglio, si formano i cosìddetti primordi dei frutti, i fioroni. Questi hanno forma di piccola cupola e daranno luogo ai frutti l’anno successivo. Nella varietà unifere invece i primordi non si formano, il germoglio che sorge dalla gemma mista all’apice del ramo porta solo i primordi dei fichi che si raccoglieranno nell’estato dello stesso anno.

natura morta con fichi

natura morta con fichi. Dipinto di Luis Meléndez

La propagazione del fico

Il fico è l’unico albero che può essere facilmente propagato anche da talea. Basta inserire nelle terra o in un vaso la cima di un ramo con la gema apicale in buone condizioni per dare facilmente vita ad un nuovo esemplare. Il periodo migliore per questa operazione è dalla fine dell’inverno fino a fine primavera. Si riproduce anche attraverso i polloni.

albero di fico gigante

albero di fico gigante

Storia di un grande fico

Un albero di fico che ha avuto una storia abbastanza lunga che noi ritenevamo della qualità “dottato”, fu piantato nell’orto che abbiamo accanto alla casa alla fine degli anni 1960. Sulle origini del nome dottato si sono fatte varie ipotesi, la più accreditata è quella che la pianta fosse molto diffusa nel comune di Ottati, in provincia di Salerno e che in seguito il nome sia variato da fico di ottati a fico dottato. Attualmente è molto presente nell’Italia meridionale ed in Toscana.

Nel nostro orto il fico trovò terreno favorevole e cominciò a produrre frutti entro pochi anni, crebbe vigoroso ed ogni anno aumentava la produzione. Un anno, nel 1987, una gelata eccezionale lo fece seccare. In primavera dalle radici nacquero dei germogli che crebbero rapidamente. A quel punto si rese necessario decidere se lasciare uno o più di quei virgulti. Mio babbo e mio fratello dopo averci ragionato un poco decisero di lasciarne due ritenendo che in questo modo avrebbe impiegato meno tempo a produrre abbondanti frutti. Entro pochi anni i due tronchi si unirono in una specie di abbraccio fino a saldarsi e formare un unico tronco che continuando a crescere raggiunse le dimensioni di quello di una grossa quercia. I rami di ciascuna pianta si svilupparono sul lato del proprio tronco, formando un’unica corona rotonda. Come è caratteristico di questa pianta il tronco era molto breve ed era facile salire sui rami. Era sufficiente una corta scala ed anche uno sgabello o potevamo arrampicarci. I rami si erano sviluppati in direzione quasi orizzontale ed avevano raggiunto dimensioni molto grosse tali da fargli perdere ogni fragilità. Era possibile camminarci sopra, pertanto la raccolta dei fichi dalla parte interna era molto facile, all’esterno invece occorreva una scala molto lunga. Per tanti anni abbiamo raccolto ogni giorno fichi buonissimi in quantità veramente eccezionali.

L’inizio della maturazione era intorno a ferragosto, parlo naturalmente della seconda maturazione, quella dei fichi veri. In quel periodo con il sole fortissimo l’essiccazione era molto facile. La maturazione si protraeva per oltre un mese, alla fine l’essiccazione si complicava e si doveva completare con l’aiuto del forno. In ogni modo l’essiccazione non è l’unico modo per conservare i fichi, noi ne facevamo anche marmellata. Il nostro fico continuava a crescere ogni anno di più. Aveva raggiunto l’altezza delle finestre del secondo piano della casa e andava anche oltre, espandendosi anche in larghezza.

Tutti gli anni si effettuavano delle potature di ritorno, accorciavamo cioè i rametti piccoli. Con questa operazione si riusciva solamente a limitare espansione. Abbiamo sospettato che facilitasse la diffusione di insetti, in particolare cimici verdi, che durante l’autunno proliferavano ovunque, sui rami ed anche sul tetto sotto le tegole, volavano dentro le stanze creando notevoli fastidi. Con la crescita continua della pianta anche la produzione dei fichi aumentava. In seguito abbiamo operato potature più consistenti che interessavano rami di dimensioni più grandi, fino ad arrivare ad interventi drastici sui grossi rami. Il fico, in apparenza, risultava sempre vigoroso ed in salute. Una primavera però, dopo che erano spuntati, come al solito, sia i fichi che le gemma delle foglie, improvvisamente lo vedemmo indebolirsi, ed in pochi giorni seccarsi. L’albero non ha dato più segni di vita, nessun germoglio o pollone è spuntato, neanche dalle radici. Il nostro fico è vissuto per circa 55 anni: in media la vita prevista per questa pianta che è di circa 60 anni. Nel nostro orto ha lasciato un gran vuoto.

La potatura del fico

Il fico è un albero che non deve essere potato necessariamente ogni anno, va bene intervenire anche ogni due o tre anni. Non ama le potature eccessive, quindi il consiglio è sempre di intervenire in maniera leggera per ridurre magari i rami che fruttificheranno e così avere frutti più grandi e di qualità. Grazie all’elevata rusticità e alla naturale tendenza ad assumere una forma a globo, il fico è una delle piante più facili da gestire. I rami possono presentare sia gemme a legno, che gemme miste; queste ultime si formano all’apice dei rami di un anno. Il fico non richiede particolari e frequenti interventi di potatura. Se si vuole evitare che la chioma si squilibri o diventi troppo espansa e con rami ombreggianti, conviene in ogni caso intervenire soprattutto nei primi 3,4 anni di vita della pianta. Riassumendo ecco gli interventi che possiamo effettuare per la potatura del fico.

Potatura di produzione

  • Si eliminano le piccole branche troppo vigorose o in cattiva posizione
  • Si sopprimono eventuali branchette troppo basse
  • Si eseguono tagli di ritorno per equilibrare la chioma
  • Si alleggeriscono le branche in alto

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Quando si pota il fico

La potatura del fico si effettua tra marzo ad aprile, quando la pianta è ancora in riposo vegetativo.

Vasco Della Giovampaola


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