Nella progettazione in permacultura la suddivisione delle zone (zonazione) è uno strumento che aiuta a distribuire gli elementi del nostro sistema (giardino, orto, casa, etc.) nello spazio. Vediamo in questo articolo cos’è e come applicare la suddivisione in zone.

Pianificare a zona significa disporre gli elementi di un sistema secondo la frequenza d’uso e di manutenzione. Bill Mollison

Vuoi piantare un gelso, un’aiuola di erbe aromatiche e mettere su un pollaio, ma non sai quale sia il posto migliore in cui posizionarli? A domande come queste risponde la progettazione a zone, uno degli strumenti della permacultura. La zonazione è uno strumento di lavoro importante che aiuta a prendere decisioni su dove collocare i diversi componenti del sistema in esame, in modo da soddisfare al meglio i nostri bisogni e quelli dell’elemento da inserire, risparmiare energia, avere una gestione più semplice e favorire la buona riuscita del progetto. Per esempio il pollaio avrà bisogno di essere controllato spesso, mentre il gelso, il mirto o altre piante della siepe, andranno visitate raramente per la raccolta e eventuali potature, infine le erbe aromatiche ci servono per cucinare e dovrebbero essere sempre comode da raggiungere per usarle fresche in cucina. In base a queste e molte altre valutazioni sceglieremo dove collocare ciascun elemento. Prima di realizzare una divisione a zone del nostro sistema, potrebbe essere utile anche svolgere una analisi funzionale che ci aiuta a capire bisogni, raccolti, caratteristiche intrinseche e connessioni. Vedremo come fare un’analisi funzionale in un altro articolo, concentriamoci ora sulle zone.

zone in permacultura

zonazione in permacultura, Bosco di Ogigia dall’alto. Di seguito la stessa mappa tracciata con le zone

Quante sono le zone in permacultura?

I manuali di permacultura descrivono cinque diverse zone da considerare nella progettazione: zona 1, zona 2, zona 3, zona 4 e zona 5. In realtà ne esistono altre due: la zona 0 (zero) e la zona 00 (zero zero). La zona 0  è la nostra casa o il capanno agricolo, è il luogo in cui trascorriamo più tempo o dove teniamo oggetti di cui abbiamo frequentemente bisogno. Quando l’oggetto della nostra progettazione è proprio la casa, è all’interno di questa che tracceremo una mappa per evidenziare dove trascorriamo più tempo o transitiamo più spesso, così da sistemarla in modo che sia più comoda ed efficiente possibile. La zona 00 è invece una aggiunta italiana alla teoria delle zone in permacultura. La zona 00 siamo noi stessi e questo ci ricorda quanto sia importante partire da se stessi per qualsiasi cambiamento.

La suddivisione di zone in permacultura

  • zona 00 (noi stessi)
  • zona 0 (la nostra casa)
  • zona 1  (subito fuori dalla porta di casa)
  • zona 2 (luoghi frequentati spesso) 
  • zona 3 (luoghi dove andiamo saltuariamente)
  • zona 4 (dove andiamo solo a raccogliere)
  • zona 5 (dove andiamo solo a osservare)

Zona 0, la nostra casa

La zona 0 rappresenta la nostra casa, lo spazio più vissuto dove passiamo la maggior parte del nostro tempo. Dove dormiamo e ci rifugiamo, dove studiamo e pianifichiamo. Se stiamo progettando l’orto può essere rappresentata dal capanno degli attrezzi, in cui ci rechiamo di continuo per prendere o lasciare oggetti.

Zona 1, orto, giardino

La zona 1 è la più vicina alla casa o a qualsiasi altro edificio identificato come zona 0. Ospita gli elementi che hanno bisogno di una osservazione costante o di essere visitati frequentemente. In zona 1 possiamo mettere l’orto, nel quale andremo spesso per i lavori e le raccolte, più il nostro orto sarà scomodo da raggiungere, più risulterà trascurato. Mettiamo anche le nostre piante aromatiche. Anche i piccoli animali saranno più facili da gestire se troviamo un posto per loro in questa zona.

Zona 2, frutteto e arbusti

Nella seconda zona inseriamo ciò che ha ancora bisogno di noi, ma con meno intensità. Possiamo mettere alberi da frutto e arbusti, che necessitano spesso di potature o trattamenti, e una parte dell’orto con le piante perenni come carciofi, topinambur o asparagi. Va bene per il compost, se non lo vogliamo troppo vicino a casa, e per alcuni animali che non necessitano di molto accudimento. Nell’individuare queste zone facciamo caso soprattutto alle relazioni che intercorrono tra l’una e l’altra. Quando compiamo i nostri percorsi quotidiani potremmo ottimizzare gli spostamenti facendo una buona progettazione. Per esempio portiamo gli scarti della cucina nella compostiera o al pollaio, mentre andiamo a raccogliere frutta e ortaggi. 

Zona 3, altri alberi e oliveto

Qui non ci recheremo tutti i giorni, quindi possiamo mettere le colture che necessitano di visite sporadiche come l’oliveto, i campi di cereali e legumi, alberi da frutto come i noci. In questa zona possiamo fare legna e raccogliere foraggio.

Zona 4, semi selvatica, raccolta frutti e legna

Non tutte le proprietà avranno una zona 4. Qui si va saltuariamente e si compiono poche azioni. Può contenere zone alberate in cui fare legna e raccogliere funghi, pascoli per grandi animali, prati spontanei in cui raccogliere piante alimurgiche. 

Zona 5, selvatica 

La zona 5 è la parte selvaggia, qui non interveniamo in nessun modo, lasciamo fare tutto alla natura. Ci rechiamo qui solo ad osservare o meditare. Anche un piccolo giardino potrebbe contenere una zona 5, dove invece che alle cure del giardiniere si dà spazio alla libera espressione naturale. Lasciare un zona cinque ci permette di osservare e scoprire dinamiche naturali, che ci torneranno utili nella gestione delle altre zone.

suddivisione zone Food Forest Bosco di Ogigia

suddivisione zone Food Forest Bosco di Ogigia 

Zonazione in permacultura al Bosco di Ogigia

Nella foto qui sopra potete vedere un primo studio di zonazione del Bosco di Ogigia (work in progress). Nella zona 1 (rosso) abbiamo incluso gli orti principali, gli orti sperimentali, il capanno degli attrezzi, la zona compost, l’acquaponica e le zone relax d’incontro che sono tra le più frequentate. Nella zona 2 (colore blu) sono inclusi i sentieri, le zone di passaggio, lo stagno, le zone di arrivo e scarico e carico materiali. Nella zona 3 (colore giallo) troviamo le siepi, le zone alberate dove c’è più food forest, le colture perenni che necessitano di poco o nessun lavoro. Nella zona 4 (verde) c’è il boschetto, un’area dove si va solo a raccogliere (e a cercare il fresco in estate). Infine la zona 5 (colore azzurro) è quella meno lavorata, lasciata incolta.

zone in permacultura

esempio di suddivisione in zone in permacultura, qui abbiamo anche la zona 0. Foto da Permacultura Brasil

Distribuzione delle zone

La scelta delle zone non è, naturalmente, legata solo ad una distanza fisica tra il centro e le periferie. Le considerazioni da fare sono innumerevoli. Le zone possono incunearsi una nell’altra e una zona 5 potrebbe trovarsi a un passo da casa. Ciò che conta è la nostra frequentazione e l’energia che ci serve per ogni azione. Nel visualizzare la zonazione del nostro spazio immaginiamoci nel momento di massima pigrizia, quando ogni passo in più diventa una scocciatura. Di energia per la gestione, orto, azienda agricola, giardino o altro, ce ne chiederanno tanta, quindi facciamo in modo di non stancarci più del necessario per la buona riuscita di qualsiasi progetto.

Francesca Della Giovampaola

L’importanza delle zone margine in permacultura (video)

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