Sepp Holzer, l’agricoltore ribelle delle Alpi austriache, è conosciuto in tutta Europa sia dai permacultori che dagli amanti dell’agricoltura ecologica. Il suo metodo si discosta in parte dagli studi legati alla permacultura classica (esiste infatti il metodo Holzer), ed è considerato innovativo e rivoluzionario.

Austriaco di Ramingstein, della Provincia di Salzburg, è cresciuto in una tradizionale famiglia agricola cattolica e sin da giovane ha preso le redini dell’attività dei genitori che gestivano una fattoria in montagna. Dai primi anni della sua gestione, Holzer ha sperimentato con successo le tecniche di permacultura in altitudine, lavorando dai 1100 ai 1500 metri.

Sepp Holzer

Sepp Holzer

Sepp Holzer, l’agricoltore ribelle

L’austriaco si è guadagnato l’appellativo di “agricoltore ribelle” per la testardaggine con cui ha portato avanti la sperimentazione nelle sue pratiche agricole. Nonostante le multe che gli sono state comminate, Holzer ha sempre difeso il suo metodo rifiutandosi, ad esempio, di potare gli alberi da frutto. Il ribelle delle Alpi austriache ha trasformato la sua fattoria, Der Krameterhof, in uno dei più grandi esempi in Europa di permacultura applicata in climi temperati. Seguendo i principi della permacultura è riuscito a trasformare dei ripidi pendii montani a 1.500 metri sul livello del mare, in una rigogliosa e produttiva fattoria che ogni anno viene visitata da persone di tutto il mondo che vogliono conoscere e imparare le tecniche utilizzate da Sepp.

Il film su Sepp Holzer

Sul mondo creato da Sepp Holzer è stato girato un approfondito documentario: “The Agro Rebel”, prodotto e diretto da Bertram Verhaag nel 2001. L’autore ha intervistato e seguito Holzer nell’arco delle stagioni: dal gelido inverno delle montagne austriache fino all’estate. E’ lo stesso Holzer a guidare lo spettatore attraverso le sue piantagioni di ciliegi, meli, funghi, kiwi, limoni, zucche, patate e zucchine e a spiegare come gli animali siano fondamentali nel sistema della fattoria. I maiali, che Holzer porta spesso a fare lunghe passeggiate, sono ad esempio molto utili per arare il terreno. “Solo se gli animali sono felici – spiega Holzer – possono donare ottimi prodotti”.

Osservare e porsi delle domande

Un punto molto importante dell’idea di fattoria di Holzer è la definizione degli obiettivi. Chiunque voglia progettare il suo sistema agricolo, deve innanzitutto porsi delle domande: qual è il mio obiettivo? Che cosa mi aspetto dalla coltivazione? Voglio poter vivere dei prodotti della mia fattoria come agricoltore autosufficiente? O come azienda produttrice? Oppure ciò che voglio è un’oasi per il mio tempo libero e per la coltivazione di alcune erbe e frutti per la cucina? Il mio interesse è rivolto alla coltivazione di piante, all’allevamento di animali o all’utilizzo agroforestale del terreno? La fattoria verrà resa accessibile al pubblico come giardino aperto ai visitatori, come fattoria a raccolta diretta oppure come orto terapeutico? Rispondere a tutte queste domande serve a chiarire bene le idee e porre quindi le giuste basi per la realizzazione del progetto. “Chiarire questi interrogativi è la base del successo”, spiega Holzer. “Se sapete cosa volete, allora potrete diventare autosufficienti”. L’importante, secondo Holzer, è fare ciò che dà gioia e suscita curiosità e sete di sapere, solo così il lavoro non verrà percepito come fatica e il successo non tarderà ad arrivare.

L’osservazione secondo Holzer

Una volta chiarito cosa desidero fare, devo osservare con attenzione le aree che ho a disposizione (primo principio della permacultura). Innanzitutto bisogna esaminare le caratteristiche del suolo, poi considerare l’altitudine, il clima, l’esposizione, i rilievi e i bacini idrografici. E’ importante anche non trascurare l’utilizzo precedente del terreno e la vegetazione che c’è intorno.

Le trappole termiche del metodo Holzer

Una delle caratteristiche del metodo Holzer è l’uso delle trappole termiche per sfruttare al meglio il calore e la luce del sole. Una possibilità è intervenire sulla conformazione del terreno creando una nicchia lungo il pendio. L’ideale, in un terreno di alta quota, è sfruttare la presenza di pietre di una certa dimensione per immagazzinare il calore. Come una stufa di maiolica le pietre cedono lentamente il calore all’ambiente circostante. Holzen stesso mostra nel video documentario Agro Rebel, una rigogliosa piantagione di zucche (vedi foto) cresciuta tutta intorno a una grande roccia. In questo modo Holzer riesce a coltivare piante che hanno bisogno del caldo anche in quota e sui pendii esposti a nord.

Caratteristiche del suolo

È molto importante farsi un quadro della conformazione del terreno. Più si conosce il suolo e meglio si progetta. Si deve saper valutare il rischio di possibili smottamenti. E’ importante sapere se sono presenti zone di falde acquifere o di acqua stagnante. Qual è la tipologia del suolo: se si tratta del cosiddetto suolo “leggero”, “medio” o “pesante”. Quanto è sviluppato lo strato di humus. Meglio si studia il terreno e si approfondisce l’osservazione, più si può agire in modo mirato per migliorare la salute dell’ecosistema, selezionando le adeguate specie da piantare.

Sepp Holzer – Porsi delle domande, osservare e conoscere il proprio terreno per sfruttarlo al meglio sono le basi della permacultura di Holzer. L’austriaco è riuscito a produrre cibo in una posizione improbabile, ad un’elevata quota e con temperature molto rigide senza utilizzare alcun prodotto chimico e senza degradare il territorio. In conclusione, possiamo definire Holzer la controparte europea di Bill Mollison e Masanobu Fukuoka, tutti e tre hanno scoperto e sperimentato modi innovativi di gestire la terra, risparmiando denaro e lavoro senza danneggiare l’ambiente, anzi, migliorandolo.

Fonti: permaculturenews.org 

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Come progettare e realizzare modi di vivere sostenibili e integrati con la natura, di David Holmgren
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