La cura e l’allevamento degli animali da cortile erano a carico della massaia. Mia nonna, pertanto, la mattina appena uscita da casa per prima cosa apriva il pollaio. Il gallo avendo visto una sia pur debole luce filtrare nella sua reggia aveva fatto il sonoro chicchirichi. Era lui che aveva l’esclusiva di annunciare il nuovo giorno. C’è un proverbio contadino che afferma: se ci sono due galli nel pollaio non si fa mai giorno.
Le galline escono di corsa dal pollaio appena la porta viene aperta. Il gallo apre la fila.
Aperto il pollaio ne uscivano in fila gallo, galline, galletti e pollastre ed anche gli altri animali quali billi (tacchini), nane (anatre), faraone o altro. Il nostro pollaio era piuttosto piccolo e pertanto le oche venivano sistemate separatamente in un piccolo sottoscala. Appena usciti gli occupanti mia nonna entrava per raccogliere le uova che erano state deposte negli appositi nidi. Alcune galline facevano le loro uova all’aperto, dentro una siepe o in qualunque luogo trovassero un adeguato nascondiglio. Quando venivano individuati questi nidi segreti si provvedeva a raccogliere le uova avendo cura di lasciarne almeno una, il cosiddetto seme, altrimenti la gallina avrebbe abbandonato quel nido per cercarsene un altro.
Le galline razzolavano sull’aia
Durante il giorno gli animali razzolavano sull’aia, lungo le siepi ed in altri liberi spazi trovando nutrimento in insetti o piccoli semi. Almeno una volta al giorno la massaia provvedeva a governare tutto il pollame. Il becchime lo metteva dentro la pannuccia (grembiule) che teneva rialzata con una mano e con il solito verso “coche coche coche coche….” richiamava l’attenzione degli animali, anche se, per la verità, questo richiamo non era tanto necessario in quanto gli interessati al pranzo si erano già radunati nel luogo e all’orario in cui veniva solitamente erogato il cibo. La massaia affondava una mano dentro la pannuccia e spandeva il becchime ad ampio raggio in modo che tutti potessero comodamente beccare. Al banchetto partecipava tutto il pollame, compresi i piccioni che dall’alto dei loro nidi planavano sullo spiazzo mensa. Al gruppone si univano alcuni coraggiosi passerotti. Era divertente vedere il branco beccare ad una velocità eccezionale. Tutto il cibo finiva in qualche minuto.
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Appena la luce del giorno cominciava a diminuite gli animali si avvicinavano al pollaio e, piano piano, uno alla volta, entravano. I polli si sistemavano in alto sugli appositi pali mentre gli altri animali rimanevano a terra. Non era ancora buio che il pollaio era riempito, da qui il detto andare a letto con le galline, cioè molto presto.
Foto dell’eclisse di sole del 15 febbraio 1961 in Italia
A questo proposito ricordo quando si manifestò il fenomeno dell’eclisse totale di sole il 15 febbraio del 1961. L’eclisse avvenne in una mattinata limpida poco dopo il levar del sole. Nello spazio di alcuni minuti il sole venne completamente coperto dalla luna e fu quasi buio, solo un cerchio di tenue luce traspariva intorno al sole. I polli che si erano da poco alzati si avvicinarono al pollaio sbalorditi, non sapevano cosa fare, nessuno prese l’iniziativa di entrare dentro, se ne stavano tutti insieme in silenzio. Poi il sole cominciò a scoprirsi e la luce gradualmente tornò e loro ripresero la vita normale.
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Bellissimo racconto.
Daniela
Grazie Daniela :). Sono contenta ti sia piaciuto
In un’attimo ho rivissuto tutta la mia vita con nonna e animali da cortile annessi.
Bei tempi da bambino felice e coccolato, liberato in mezzo alla vera natura.
Vi seguo come posso e vi ringrazio per contribuire alla formazione del mio percorso.
Grazie Francesca.
Fabio
Che belli i racconti del pollaio e i racconti teatrali di humor nero ottimista: spiritosi
Grazie Simona, il babbo è bravo a scrivere e ha senso dell’humor :)