Anche il re d’Inghilterra Carlo è un permacultore, forse il più famoso di tutti e uno dei testimonial più efficaci. Il re d’Inghilterra ha infatti mostrato grande interesse per i princìpi che sono alla base della permacultura. Soprattutto dopo la sua visita del 2010 all’Istituto PAL – Permacultura America Latina, nel quale rimase profondamente impressionato dalle potenzialità pratiche della permacultura.

Il re Carlo e la permacultura

“Una delle cose che mi ha più colpito, è stata la visita all’Istituto di Permacultura in Amazzonia. In meno di una decade, questo progetto incredibile ha integrato agroforesteria, acquacultura e molteplici specie animali in una terra rivitalizzata, che era stata gravemente distrutta dalla deforestazione. Il sistema è ora un circolo virtuoso, nel quale tutti i bisogni degli animali sono soddisfatti e dove si produce biodiesel per i macchinari e veicoli della fattoria. Ciò che è davvero impressionante è il modo così pratico con il quale l’Istituto ha dimostrato come si possa raggiungere una vera sostenibilità applicando i principi sviluppati dalla permacultura”.

Il Principe Carlo e la permacultura

Il Re Carlo e la permacultura

Nei suoi discorsi ufficiali, il re Carlo ha spesso criticato le monoculture dando sostegno alle pratiche di agricoltura biologica. La sua passione per i giardini e la curiosità per la natura risale a quando era ragazzo: “Questo rapporto con la natura -racconta in un’intervista del fotografo ambientalista francese Yann Arthus-Bertrand – è iniziato molto tempo fa, quando ero adolescente”. “Per me non esistono erbacce, le erbe sono tutte utili. Il segreto è cercare di vivere in armonia con la natura e non contro”. “Quello che facciamo oggi – continua Carlo nell’intervista – è più grave di quello che facevamo ieri. Dobbiamo ricostruire il rapporto con la natura, che è strettamente collegata a noi, alla nostra vita di tutti i giorni. Invece stiamo distruggendo tutto. Abbiamo perso 30 milioni di ettari di foreste primarie, è pazzesco quello che stiamo facendo. Tutti gli elementi della natura lavorano insieme per il nostro benessere. Possibile che non l’abbiamo capito?”.

il Principe Carlo e la permacultura

il Re Carlo e la permacultura

La fattoria biologica di Carlo d’Inghilterra

Nel 1986 Carlo d’Inghilterra decide di convertire la sua fattoria di 700 ettari in un’azienda completamente biologica. Oggi questa fattoria, che si trova nella contea del Gloucestershire, a un paio d’ore da Londra, rappresenta un esempio sostenibile per la produzione di cibo in Inghilterra. Carlo in questa attività è riuscito a mettere in pratica le sue idee di produzione biologica e sostenibile: “Coltivare biologicamente è un arte, prevede una grande preparazione e bisogna cercare di fare tutto senza disturbare la natura, lavorando in modo intelligente”. David Wilson, che dirige la fattoria di Carlo, condivide a pieno la visione del nobile inglese: “Cerchiamo di fare una produzione a circuito chiuso, così riduciamo al minimo quello che compriamo fuori. Crediamo in un tipo di agricoltura sostenibile che possa sopravvivere in futuro. Siamo sicuri di essere in grado di produrre cibo di buona qualità e in ragionevole quantità e il sistema alla fine funziona”. “Sprechiamo così tanto cibo, dobbiamo rifletterci – sottolinea il Re d’Inghilterra – Solo in Gran Bretagna si buttano 10 miliardi di sterline di alimenti ogni anno. E poi parlano di sfamare il mondo usando tutte le nuove tecnologie sperimentali? E’ una contraddizione enorme. Possiamo dimostrare che in molte parti del mondo, dove l’agricoltura biologica è stata introdotta e sono state date alle persone le migliori tecniche, queste si sono incrementate drasticamente. Il segreto è riuscire a trovare un equilibrio, se continuiamo ad andare verso un approccio industrializzato dell’agricoltura distruggeremo le basi dalle quali siamo partiti”. Per dimostrare che il biologico è conveniente, il Re Carlo ha creato una propria etichetta,“Highgrove”, che vende più di 200 prodotti. I profitti sono donati a gruppi di beneficenza. In Inghilterra questa attività è conosciuta come “il circolo virtuoso”. Anche nei gesti quotidiani Carlo rispetta i dettami della permacultura: “Riciclo tutto, per esempio uso l’acqua della vasca per innaffiare i fiori”.

Il re Carlo e il futuro del cibo

Durante i suoi viaggi il figlio della regina Elisabetta incontra politici e rappresentanti di altri Paesi, che cerca di sensibilizzare sul tema della salvaguardia delle foreste primarie: “Le precipitazioni, l’assorbimento del carbonio e la produzione di ossigeno sono alcuni dei problemi del mondo, in tutto il pianeta. Si potrebbe assorbire carbonio in maniera più conveniente, più velocemente e più facilmente attraverso le foreste. Ma stiamo rischiando di perderle. Dobbiamo ristabilire il senso del sacro, il senso del rispetto della natura“.

Il re Carlo e il suo giardino naturale, nella contea del Gloucestershire (video)

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