Ogni anno a luglio circolava nelle campagne un signore vestito di bianco, accompagnato dal suo aiutante. Era il capo dei tabacchi. Il suo mezzo di trasporto era un piccolo motorino. Appena i contadini vedevano il signor Bianchi, il funzionario che operava nella nostra zona, cominciavano ad organizzarsi per la sbranciatura, formando tra le loro famiglie delle squadre di circa dieci persone. Questa gente si riuniva nel primo campo di tabacco e cominciavano i lavori, che consistevano nel togliere le foglie basse e la cima delle piante. Gli scarti venivano depositati ai lati del campo.
Campo di tabacco
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La conta delle foglie del tabacco
Appena le prime file di tabacco erano pronte cominciava il rito della conta delle foglie rimaste. Il Capo si disponeva a lato del campo con il suo taccuino in mano. Ricordo che era un uomo gigantesco e con la sua divisa completamente bianca era visibile da notevole distanza. Il suo collaboratore, il “contatore”, entrava nella prima fila e cominciava a voce molto alta questo ritornello: dieci, otto, dodici, undici, undici, nove, dieci, nove, otto, dodici e così via. I contadini durante il lavoro dovevano stare zitti o parlare a bassa per non disturbare questa delicata operazione. Raccontava mio fratello che tra i contadini circolava questa raccomandazione o battuta: “State zitti che il capo non capisce”.
La lavorazione nei campi
Il Capo registrava tutto nel suo quaderno. Terminata la prima fila il contatore passava alla terza, la conta avveniva infatti a file alterne. Alla fine del lavoro, sempre sotto il controllo del capo, che si chinava anche per controllare se nel campo fosse rimasta qualche foglia per terra, i contadini procedevano alla raccolta delle foglie scartate. Le gettavano in una specie di canale che avevano scavato in precedenza e, servendosi delle zappe, riducevano queste foglie in poltiglia. Quindi ricoprivano tutto con la terra. Il Capo che aveva registrato tutti i numeri del contatore, tirava le somme, faceva la media con le file non contate e determinava così il numero delle foglie che dovevano essere obbligatoriamente consegnate al magazzino alla fine del ciclo. Quindi il gruppo si spostava a sbranciare il campo di un altro contadino.
Sbranciatura e scacchiatura del tabacco
Dopo la sbranciatura era necessario, ogni dieci giorni circa, procedere alla scacchiatura. I cacchi, cosi venivano chiamati, anche se la pronuncia non era proprio questa, erano le gemme che crescevano rapidamente, a causa della cimatura, sopra ogni foglia del tabacco. Questa operazione era necessaria per due motivi fondamentali: il primo era permettere alla pianta di concentrare la crescita solo sulle foglie, il secondo dipendeva dal regolamento sulla coltivazione del tabacco che non consentiva, pena sanzioni, una crescita notevole di queste gemme che davano la possibilità di creare altre foglie oltre a quelle scrupolosamente registrate dal capo dei tabacchi. Una scacchiatura dopo l’altra il tabacco arrivava a maturazione e si procedeva quindi alla raccolta.
Tutto sulla coltivazione del tabacco di una volta
Leggi i capitoli sulla storia della coltivazione del tabacco
- La semina del tabacco
- La piantagione del tabacco
- Sbranciatura e scacchiatura (questo articolo)
- La raccolta del tabacco
- L’essicazione del tabacco
- La scelta del tabacco
- Lavorazione del tabacco
- Il consumo di tabacco dai contadini
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