I diserbanti (come il glifosato) sono quei prodotti chimici che uccidono la vegetazione. Vengono utilizzati soprattutto contro le erbe spontanee che hanno l’ardire di crescere tra altre colture domestiche. A volte si usano su coltivazioni già avviate perché il composto chimico agisce solo sulle piante da eliminare, in altri casi vengono sparsi per fare piazza pulita prima delle semine oppure al posto del falcia-erba, per risparmiare lavoro nei campi, lungo le strade e nei giardini privati. Il dibattito sulla loro nocività è sempre aperto. Lasciano o no residui sul terreno? Possono provocare tumori? Hanno altri effetti nocivi sulla salute dell’uomo e degli altri animali? Anche se la scienza non è ancora unanime nella condanna agli erbicidi, diversi studi ne hanno accertato diversi gradi di nocività.
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In Europa altri cinque anni di glifosato
Di recente l’Unione Europea si è trovata a decidere sul rinnovo dell’autorizzazione all’utilizzo nel suo territorio del glifosato, il più famoso e diffuso erbicida in commercio. La licenza è stata rinnovata per altri cinque anni nonostante il voto contrario di Italia, Austria, Belgio, Cipro, Francia, Grecia, Lussemburgo, Malta e Ungheria. Anche se le nostre rappresentanze politiche si sono dichiarate contrarie in quella sede, in altre hanno espresso un parere diverso.
Una bottiglia di erbicida abbandonata in un bosco
Qua sotto riporto l’intervento della senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo, che in un articolo pubblicato sul quotidiano La Repubblica, difende in modo convinto il glifosato, anche se con motivazioni più che discutibili. Dissento con la senatrice dalla prima all’ultima parola e ritengo che, se anche il glifosato non facesse male all’uomo tanto da poterlo bere a bicchieri, è una vera follia continuare a utilizzarlo insieme a tutti gli altri prodotti chimici destinati a uccidere vegetali. La professoressa Cattaneo parla di ritorno al diserbo a mano come unica alternativa al glifosato, afferma che il cibo biologico consuma troppo territorio e spiega che i miglioramenti genetici ottenuti con “chirurgiche variazioni del Dna” delle piante sono l’unica strada per l’agricoltura del futuro. Attribuisce persino la colpa per la scomparsa della biodiversità ai parassiti. Leggere per credere.
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Articolo apparso sul quotidiano La Repubblica. La totale “follia” nelle parole di Elena Cattaneo
Perché i diserbanti chimici fanno male
I vegetali sono essenziali per la vita del pianeta e quindi anche per la nostra. Mi scuso se l’affermazione appare scontata, ma quello che vedo in giro mi fa pensare che ci sia ancora bisogno di ripeterlo. La biodiversità vegetale sta scomparendo perché la stiamo distruggendo noi esseri umani in tutti i modi possibili. Disboschiamo, ariamo, bruciamo, inquiniamo, avveleniamo e questo sta rapidamente uccidendo il nostro mantello verde. Solo che la vita è figlia della vita e se si perdono alcuni abitanti della famiglia aumenteranno i problemi di sopravvivenza anche per gli altri. Più un ecosistema è ricco e complesso, più riesce a superare i momenti difficili. La nostra, per gli ecosistemi terrestri, è un’epoca critica e più cercheremo di semplificarne e maneggiarne a modo nostro la complessità, più danneggeremo ciò che resta. Molti pensatori hanno ipotizzato che il nostro pianeta sia un unico essere vivente, la Gaia descritta nel 1979 dallo scienziato James Lovelock. La Terra è popolata da forme di vita molto diverse tra loro, tutte interconnesse per formare il miracolo che chiamiamo natura. Ebbene di questa tanto citata e poco rispettata “natura” fanno parte anche le erbe che andiamo a uccidere con i diserbati e, vi assicuro, che hanno un ruolo di primo piano. Nutrono il suolo e i suoi microabitanti, creano l’ossigeno che fa respirare noi animali, proteggono la terra dagli agenti atmosferici, catturano l’acqua, nutrono tutti gli altri abitanti della terra, del cielo e del mare (non dimentichiamoci delle alghe!).
Immagine tratta dal film di fantascienza Blade Runner 2049
Un futuro senza biodiversità è un suicidio
Riuscite a immaginare un mondo senza erba? A me vengono in mente le prime scene del film Blade Runner 2049, che mostrano un pianeta ormai privo di vegetazione naturale in cui si vive solo grazie alle coltivazioni sotto speciali serre. Fantascienza? Si, ma non troppo se si legge la lettera all’umanità di William J. Ripple, ricercatore della Oregon State University sottoscritta da 15000 scienziati provenienti da 184 Paesi e pubblicata a novembre sulle pagine di BioScience. Si intitola “A Second Notice” perché arriva 25 anni dopo il documento della Union of Concerned Scientists in cui un folto gruppo di scienziati sosteneva che gli impatti umani sul mondo naturale avrebbero probabilmente portato un danno sostanziale al pianeta, che sarebbe stato potenzialmente irreversibile. Nella Seconda Nota, che illustra quanto la situazione si sia aggravata in un quarto di secolo, si legge:
Presto sarà troppo tardi per invertire la rotta e allontanarsi dalla nostra disastrosa traiettoria, il tempo stringe. Dobbiamo capire nella nostra vita quotidiana, anche a livello delle istituzioni governative pubbliche, che la Terra con tutta la vita che vi esiste è la nostra unica casa.
Con la distruzione che vediamo ogni giorno in gran parte del mondo, con le analisi e le esplorazioni scientifiche che abbiamo a disposizione, con le informazioni che riceviamo su ciò che accade in ogni angolo del pianeta, perché stiamo ancora a discutere se e quale diserbante usare? Io credo che oggi la tutela del mondo vegetale e di tutta la vita sulla terra non possa che stare in testa alle priorità dell’umanità intera e di ogni singolo suo componente. Ognuno può dare il proprio contributo, fosse anche salvando un filo d’erba.
Dieci motivi per non usare il glifosate (video)

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