L’amministrazione comunale di Roma ha proposto di utilizzare pecore, capre e forse anche vacche per tenere bassa l’erba nei grandi parchi pubblici. La notizia ha scatenato la fantasia di politici d’opposizione e cittadini che si sono divertiti a trattare l’idea come ridicola e inapplicabile. Ho preparato un elenco di ragioni per le quali la proposta è da considerarsi più che sensata, purché applicata con criterio e competenza. Ecco quali vantaggi gli animali al pascolo potrebbero offrire ai cittadini di Roma e non solo.
Indice dei contenuti
- Venti buone ragioni per usare le pecore per tagliare l’erba
- Fanno risparmiare carburante
- Non inquinano
- Abbassano la CO2
- Producono concime
- Riducono l’inquinamento acustico
- Trasformano un problema in risorsa
- Fanno formazione ambientale
- Salvaguardano gli animali domestici
- Apportano biodiversità e resilienza
- Contrastano i cambiamenti climatici
- Divertono i bambini e non solo
- Avvicinano la produzione di cibo ai consumatori
- Producono lana
- Riducono la quantità di rifiuti da smaltire
- Riducono il consumo di materie prime
- Migliorano la gestione dell’acqua piovana
- Portano bellezza
- Sono una attrazione turistica
- Salvaguarda le aree naturali dall’eccessivo sfruttamento
- Fanno risparmiare denaro
- La lezione della permacultura
Venti buone ragioni per usare le pecore per tagliare l’erba
Pecore ad Avebury, Inghilterra. Tengono bassa l’erba in uno dei siti archeologici più antichi del pianeta
Fanno risparmiare carburante
Gli animali hanno gambe e bocche che funzionano senza bisogno di apporto di energia esterna, come carburante o elettricità . Anzi la loro “ricarica energetica” è costituita proprio dall’erba in eccesso che sono chiamate a eliminare. I carburanti derivanti dal petrolio, che fanno muovere le macchine tosaerba, dovranno essere progressivamente abbandonati perché questa risorsa è in via di esaurimento.
Non inquinano
Le forme di inquinamento che gli animali possono risparmiarci sono diverse. Intanto le emissioni dei motori che fanno funzionare i tosaerba o quelle delle centrali elettriche nel caso di macchinari che funzionano con batterie elettriche. Inoltre la produzione di queste attrezzature prevede un processo industriale non privo di emissioni, che parte dall’estrazione delle materie prime e arriva alla consegna degli strumenti di lavoro finiti. Le emissioni dei gas intestinali degli animali sono da considerarsi trascurabili rispetto a quelle emesse dalle attività umane.
Abbassano la CO2
Meno motori accesi, meno anidride carbonica. Ma anche tanta erba in continua crescita che si sviluppa proprio catturando CO2 dall’aria. Inoltre un prato fertile e ricco di humus è capace di immagazzinare molta anidride carbonica anche nel suolo.
Pecore al pascolo nel parco della Caffarella, Roma
Producono concime
Le pecore e gli altri erbivori lasciano al loro passaggio escrementi che arricchiscono il suolo di sostanza organica, che poi viene elaborata da micro e macro organismi del suolo e si trasforma in nutrienti capaci di fare crescere nuova vegetazione sana: erba, ma anche alberi, arbusti, piante da fiore.
Riducono l’inquinamento acustico
Pecore e capre non fanno molto rumore nel loro pascolare, al limite producono un dolce tintinnio se sono state provviste di campanacci. L’impatto acustico dei macchinari tosaerba è molto più invasivo e può raggiungere livelli che impediscono una normale conversazione.
Trasformano un problema in risorsa
L’erba dei prati si trasforma in cibo per animali che sono una risorsa da utilizzare in vario modo. Si tratta di una soluzione creativa ad un problema, che così diventa opportunità .
Fanno formazione ambientale
La presenza di animali nei parchi pubblici cittadini, accompagnata da una corretta cultura sulla loro funzione e sulle loro caratteristiche, offre l’occasione per ricordare a bambini e adulti che è possibile risolvere i problemi quotidiani di una città con soluzioni in armonia con la natura.
Salvaguardano gli animali domestici
Il ricchissimo patrimonio genetico degli animali domestici selezionati nei millenni dagli uomini si sta perdendo perché gli allevamenti industriali preferiscono poche razze adatte ai metodi intensivi. I piccoli greggi cittadini potrebbero recuperare razze antiche a rischio di estinzione.
Apportano biodiversità e resilienza
Questi animali con la loro stessa presenza aumentano la biodiversità delle aree verdi, ma soprattutto sono in grado di stimolare la produzione di vegetali. Un prato misto tenuto basso dal pascolo preserva la biodiversità ed è in grado di affrontare meglio i cambiamenti climatici e i periodi di siccità .
Contrastano i cambiamenti climatici
Il contenimento della CO2 nell’aria, la riduzione dei consumi energetici, il mantenimento di aree inerbite, l’arricchimento del suolo sono tutte strategie utili nel contrasto ai cambiamenti climatici. Aree verdi ecologicamente sane sono anche capaci di contenere l’effetto isola di calore tipico delle città .
Divertono i bambini e non solo
La presenza di animali in un contesto cittadino aiuta a ricucire il distacco tra uomo e natura. La grande necessità di un legame con gli animali domestici, scampolo di natura in città , è testimoniata dalla grande diffusione di cani, gatti e altri piccoli animali negli appartamenti cittadini. Per i bambini l’occasionale incontro con questi animali, durante le loro passeggiate nei parchi, sarebbe un emozionante esperienza e un arricchimento per una crescita equilibrata.
Avvicinano la produzione di cibo ai consumatori
Questi erbivori costituiscono una riserva di cibo. Offrono latte e carne, che invece di percorrere lunghe distanze verrebbero prodotti a chilometro zero. La produzione di cibo vicino alle persone aumenta la resilienza in caso di crisi.
Producono lana
Le pecore possono fornire anche lana, una materia prima molto importante, che con l’arrivo delle fibre sintetiche ha perduto quasi tutto il suo valore. La lana viene ancora utilizzata per la produzione di pannelli isolanti per abitazioni, che sono biodegradabili e non l’ennesimo rifiuto difficile da smaltire. È auspicabile che la lana torni ad essere materia prima anche per l’abbigliamento o gli oggetti per la casa.
Riducono la quantità di rifiuti da smaltire
L’erba tagliata con le macchine è considerata un rifiuto da smaltire, che può essere valorizzato in un impianto di compostaggio, ma solo dopo un viaggio a bordo di un altro mezzo a motore. Anche i tagliaerba, dopo aver compiuto il loro lavoro per qualche anno, diventano rifiuti da smaltire o, possibilmente, da riciclare.
Riducono il consumo di materie prime
Ogni oggetto prodotto dall’uomo implica il consumo di materie prime o al limite riciclate, per le quali comunque è necessaria energia che proviene da petrolio, anch’esso materia prima in via di esaurimento.
Migliorano la gestione dell’acqua piovana
Un suolo ricco di humus, che si crea quando vi è presenza di materia organica e microrganismi, è la migliore spugna che si possa immaginare per l’acqua. In caso di piogge abbondanti l’acqua viene trattenuta nel terreno e poi lasciata lentamente scendere verso le falde acquifere. Una funzione importante nelle città , in gran parte impermeabilizzate, che rischiano allagamenti.
Portano bellezza
Un paesaggio erboso, con alberi sani e animali è più gradevole. È stato dimostrato che la presenza di elementi naturali nei centro urbani riduce i livelli di aggressività e criminalità .
Sono una attrazione turistica
La visione di scorci campestri percorsi da greggi tra i palazzi e i monumenti rappresenta un ottimo soggetto per uno scatto fotografico. Occasioni simili sarebbero gradite ai turisti e la presenza di animali potrebbe dare la sensazione di un luogo sano, pulito e attento alla tradizione. Una cartolina di un’Italia dove il rispetto della natura è sentito e praticato.
Salvaguarda le aree naturali dall’eccessivo sfruttamento
Gli animali che verrebbero allevati in città non andrebbero a sommarsi a quelli cresciuti altrove, ma a sottrarsi. Si libererebbero pascoli o terre coltivate per la produzione di mangimi. Questi spazi potrebbero tornare disponibili per il naturale sviluppo della natura selvatica.
Fanno risparmiare denaro
I pastori impegnati nella gestione degli animali avrebbero il loro prevalente sostentamento dagli stessi, senza dover gravare (o gravando soltanto in parte) sulle casse pubbliche. Un presidio umano intorno agli animali sarebbe sempre necessario per gestire i recinti mobili da spostare quotidianamente e per monitorare che il pascolo si svolga senza danni per gli animali e senza intralciare la vita cittadina.
Per usufruire di tutti questi benefici il pascolo va gestito con organizzazione e competenza. Non ci si improvvisa pastori, né giardinieri. Il transito degli animali al pascolo dovrebbe avvenire in ogni area per brevi periodi e seguendo un calendario che consenta alla vegetazione di ricrescere in modo adeguato. Gli animali erbivori tendono a mangiare le erbe più tenere e gustose per prime e a tralasciare le meno appetibili. Per questo il rischio è che in breve tempo nel prato prevalga la vegetazione spinosa e meno gradita ad animali e uomini. Se si gestisce il pascolo in modo che gli animali siano costretti a mangiare le erbe uniformemente, lasciando successivamente il tempo alle piante di crescere prima di un nuovo passaggio, il prato diventerà progressivamente più fertile e nutriente. Importante anche evitare il calpestamento della terra da parte degli animali quando il terreno è molto bagnato e non ben coperto dell’erba.
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La lezione della permacultura
In permacultura qualsiasi elemento prima di essere inserito in un sistema deve dimostrare di avere almeno tre diverse funzioni. Le pecore in città ne hanno, come questo elenco dimostra, almeno 20. L’utilizzo di animali per tenere bassa l’erba anche in aree urbane può essere, perciò, a buon diritto inserito tra le pratiche capaci di aiutare a creare e a gestire un ecosistema equilibrato in modo permanente. Il fatto che tutto questo si potrebbe fare a due passi dalle nostra abitazioni ci conferma che il vero cambiamento inizia dalla porta di casa nostra.
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Il problema di questa iniziativa è che arriva tristemente in ritardo, quando i parchi e le aiuole cittadine sono ormai ridotti una giungla. Ora, non è una novità che ogni anno tra marzo e aprile ci sia una maggior crescita dell’erba: perché non far arrivare le pecore in tempo? Quando si farà un po’ di sana programmazione? Oltretutto, queste soluzioni innovative, a basso impatto ambientale, ecc che già faticherebbero a trovare consensi in condizioni normali, se proposte in una situazione fuori da ogni controllo, sembrano una provocazione, una presa in giro.
Dico tutto questo con dispiacere, perché ho votato per Virginia Raggi.
La programmazione non serve, se prima non c’è una visione…Francesca la visione ce l’ha perchè la sta praticando, Virginia Raggi non ha ne visione ne pratica…il fatto è che la prossima volta dovreste votare dei permacultori, se avessero voglia di candidarsi a risolvere i problemi di questa epoca. Il che non è detto. Anche se non escluso.