Roma, città famosa per la sua acqua buona e abbondante dai tempi dell’antica Roma, la scorsa estate rischiò il razionamento idrico. La prolungata siccità del 2017 mise a dura prova le fonti di approvvigionamento e la distribuzione venne garantita grazie all’intenso sfruttamento di alcune riserve, prima tra tutte il Lago di Bracciano, la cui sopravvivenza venne messa a dura prova. A Roma il periodo critico sembra completamente dimenticato, ma negli altri comuni che si affacciano sull’ottavo specchio d’acqua dolce più grande d’Italia la discesa del livello del lago è considerata una grande ferita ancora aperta.
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L’anno della siccità e la lenta ripresa
Il centro storico di Trevignano Romano affacciato sul lago di Bracciano
Nel 2017 l’abbassamento del livello del lago di origine vulcanica, che si trova a nord ella Capitale, fu così vistoso e pericoloso per la sopravvivenza dell’ecosistema, che ne parlò persino il New York Times. Finita l’estate, finalmente un provvedimento del Governatore della Regione Lazio bloccò i prelievi dal lago, tuttora fermi, anche se incombe il ricorso dell’Acea (la spa che gestisce il servizio idrico a Roma controllata dal Comune) al Tribunale delle acque, per chiedere la riattivazione del diritto di captazione. Nonostante lo stop alle pompe che dura da mesi e le intense piogge, il 12 maggio 2018 il lago segnava ancora un – 141 cm sullo zero idrometrico. Il dato è considerato positivo dagli amministratori locali e fa sperare in una stagione turistica senza difficoltà e su un recupero graduale della vitalità del bacino naturale a patto di non aggravare nuovamente la situazione riattivando le pompe. Resta però un livello basso, considerando che siamo in piena stagione delle piogge e che la parte più difficile dell’anno deve ancora arrivare. Recentemente ho incontrato amministratori e cittadini impegnati per la difesa del lago, incastonato nel Parco Naturale Regionale Bracciano – Martignano. Sono quattro i comuni che si affacciano sulle sue rive e che hanno la gestione dei territori circostanti, dai quali dipendono la qualità e la quantità delle acque che alimentano il lago. Si tratta di Bracciano, Anguillara Sabazia, Trevignano Romano e Roma, che ha un pezzetto del suo XV Municipio affacciato sul lago senza continuità con il resto del territorio comunale. Mentre Roma pensa a difendere il flusso dei suoi rubinetti, gli altri comuni cercano di difendere l’ecositema del lago, non solo per sé, ma per tutti coloro che in qualche modo usufruiscono dei suoi servizi ecosistemici.
Quando misuriamo l’acqua del lago, stiamo misurando la salute di tutto l’ecosistema circostante (Emanuele Perugini – Bracciano Smart Lake)
La lezione del lago di Bracciano
Scorcio del Lago di Bracciano nell’estate del 2017
Se una grande città come Roma vuole acqua buona e abbondante deve salvaguardare i territori che la circondano, per molti e molti chilometri. Non deve, quindi, mandare in crisi un ecosistema lacustre capace di purificare l’acqua, come ha rischiato di accadere a Bracciano. Deve assicurarsi che i campi che circondano le sue sorgenti siano coltivati senza inquinare le falde. Deve preoccuparsi che i territori collinari e montuosi nei dintorni siano gestiti in modo tale da consentire un ciclo dell’acqua corretto. Questo vale per la città eterna e per tutte le altre città del mondo. E vale per tutte le pianure rispetto alle montagne, per i mari rispetto ai fiumi, per l’acqua, per il cibo e per l’aria. Non ci sono più risorse a cui attingere senza farsi domande, di ogni risorsa di cui usufruiamo siamo responsabili, anche se l’attuale organizzazione sociale tende a rendere poco visibili le connessioni tra le parti di un sistema. L’acqua di Bracciano, assicurano gli amministratori pubblici del territorio, è particolarmente buona. Al centro del lago può essere considerata potabile senza trattamenti, ecco perché è così ambita per l’acquedotto. Per salvaguardare questo patrimonio è nata l’iniziativa Bracciano Smart Lake, che punta a migliorare le tecnologie di gestione dell’acqua del lago. “All’iniziativa hanno aderito ricercatori e cittadini – spiega il giornalista Emanuele Perugini – per cercare insieme metodi di gestione della risorsa più moderni, che permettano di affrontare meglio periodi di crisi come quello scatenato dalla recente siccità ”. La gestione dell’acqua è uno dei temi più importanti per il pianeta in questo periodo storico e se il problema è evidente in un luogo che ne è sempre stato ricco, questo ci da una misura di quello che sta accadendo altrove.
Un patto tra città e campagna
Volti e prodotti del territorio intorno al lago di Bracciano in mostra nel ristorante dell’azienda agricola Acquaranda
Città e campagna sono connesse più che mai. Anche se la popolazione va sempre più concentrandosi nei centri urbani, la campagna li nutre, li disseta, ne regola il clima. Nella mia gita al lago ho visitato il borgo di Trevignano Romano, uno di quei centri pieni di storia e bellezza di cui l’Italia va fiera, ma che non tutela abbastanza. Ha appena ricevuto la bandiera arancione del Touring Club e quella blu per la spiaggia di via della Rena. La cittadina è famosa per i suoi ristoranti, che i romani affollano nei giorni festivi. Io ho assaggiato alcuni prodotti tipici del territorio, come il Caciofiore di Columella, formaggi vari, verdure, vini, miele, confetture. Dietro alla qualità degli alimenti si cela anche la qualità della gestione di un paesaggio e conoscere e sostenere la produzione del cibo sano, fatto senza inquinare e distruggere, è un modo conveniente e lungimirante di tutelare anche la qualità della vita in città . Città e campagna riconoscano e rispettino i rispettivi ruoli perché le risorse siano gestite a beneficio di tutti, per questa e per le prossime generazioni.
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