Il suolo è una meraviglia. È lo stomaco delle piante. Quando ho iniziato a studiarlo ho provato una vertigine, per l’enorme dislivello tra la mia conoscenza della natura e quello che c’è da sapere. Le informazioni di questo post le prendo dal bellissimo libro di Claude e Lydia Bourguignon “Il suolo. Un patrimonio da salvare”, una bibbia per chi vuole cominciare a capire su cosa poggiano i suoi piedi. La scienza del suolo ha molti progressi da compiere, persino i programmi di studio universitario sono, spesso, in ritardo su questa materia e trattano il terreno come un supporto fisico e non come un ecosistema che pullula di vita.
Il peccato originale, che ha cacciato gli uomini dal paradiso terrestre, non lo abbiamo compiuto mangiando una mela, ma arando il terreno. Con la nascita dell’agricoltura l’umanità ha iniziato a straziare il suolo che l’aveva nutrito senza fatica, da lì è cominciato il progresso che oggi però ci mette di fronte all’erosione, alle inondazioni, alla desertificazione, alla salinizzazione, ovvero alla morte di quel suolo che aveva reso la Terra un paradiso per la vita. Diamo la colpa agli agenti atmosferici, pioggia, vento, sole, ai cambiamenti climatici, ma la causa della rovina del nostro pianeta parte, prima di tutto, da errate tecniche agricole.
David Holmgren, co-fondatore della permacultura
L’aratro è una delle più antiche e preziose scoperte dell’uomo; ma molto tempo prima che esso esistesse, la terra era comunque regolarmente arata, e continua ad essere arata dai vermi. Dubito che altre creature animali abbiano giocato un ruolo così importante, come quello che hanno giocato queste umili ed organizzate creature. Charles Darwin
Suolo, un ecosistema ricco di microrganismi
Il suolo è, o dovrebbe essere, ricco di organismi viventi, come il brodo primordiale, l’ipotetico ambiente da cui avrebbe avuto origine la vita sul pianeta. Gli organismi che vivono nel suolo sono molto più numerosi di quelli che vivono sopra di esso. Li suddividiamo in microrganismi e macrorganismi. Tra i secondi includiamo le radici di tutti i vegetali, i mammiferi, gli artropodi, i molluschi e i lombrichi. Per oggi parlo solo dei lombrichi, perché ci sono familiari, ma non sappiamo quanto stupefacente sia la loro funzione. Vivono in tane verticali e ogni notte salgono in superficie per nutrirsi della lettiera, poi invertono la marcia, ma prima di discendere svuotano l’intestino all’esterno formando piccole torri. E’ il rimescolio continuo dei lombrichi a interrare le opere dell’uomo, ecco perché gli archeologi devono scavare. I lombrichi mescolano il suolo di profondità ricco di argilla (inorganica) con l’humus (organico) e creano il complesso argillo-umico, ovvero la terra fertile. In un ettaro di terreno buono vivono da una a quattro tonnellate di lombrichi. Sono loro i veri aratori e dovremmo lasciarli tranquilli a compiere il loro lavoro.
Arando con i nostri enormi trattori uccidiamo la vita del suolo, compresi i poveri lombrichi. Già questa sarebbe una buona ragione per cercare una soluzione diversa. I Bourguignon suggeriscono la semina diretta sotto copertura. Non l’ho ancora sperimentata, ne riparleremo.
Non sono un tipo solitamente mattiniero, ma ho notato che quando muovo il terreno la mattina presto incontro molti più lombrichi che nel pomeriggio, si saranno attardati in bagno!
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