Non c’è vita senza acqua. L’acqua anzi costituisce la molecola principale di ogni essere vivente. Se non beviamo cominciamo a stare male già dopo alcune ore. Per le piante vale la stessa regola, anche se loro sono più previdenti di noi e riescono a fare tesoro di ogni piccola scorta d’acqua. Ci sono alberi, come l’olivo, che riescono a sopravvivere a lungo senza acqua e addirittura, per le loro doti di accumulatori, permettono di coltivare ortaggi sotto le loro chiome senza irrigare.

La pacciamatura è una tecnica di irrigazione

Nell’orto e nel giardino abbiamo a disposizione molte tecniche per mantenere nel suolo l’umidità necessaria alle piante. I materiali che ci servono sono proprio i resti vegetali che conservano, anche quando non più vivi, la capacità di assorbire, trasportare e restituire acqua. La materia organica va lasciata semplicemente sopra alla terra, per questo è così utile la pacciamatura. Una lettiera di diversi centimetri accumula tantissima acqua che prende dalla pioggia, dalla condensa notturna o dalle nostre irrigazioni. Gradualmente la cederà all’ambiente. Una parte proseguirà il suo viaggio verso il basso per raggiungere le falde acquifere. Un’altra parte tornerà al cielo evaporando, ma nel frattempo l’acqua sarà stata captata dalle radici delle piante e avrà fatto prosperare la vita nel suolo.

Irrigare con il biorollo

bioroio

Biorollo, raccoglie l’acqua

Oltre a favorire la formazione di una buona lettiera utilizzando foglie, paglia, fieno, corteccia, segatura, cartone, juta, lana e ogni altro resto organico che la natura può fornirci gratuitamente, possiamo creare dei canali di distribuzione dell’acqua per raggiungere e far prosperare varie parti del giardino e dell’orto. Si scavano nelle piccole trincee e si riempiono con ramaglie ben strette tra loro e collegate a formare una specie di lungo salame che copriremo con pacciamatura. Questa tecnologia semplice si chiama “biorollo” e, grazie alle proprietà dell’acqua di migrare dalla materia umida a quella più asciutta, consente di distribuire l’acqua e di mantenere umide parti del terreno che le radici saranno molto efficienti a raggiungere e sfruttare.

I tubi per l’irrigazione

tubo estensibile Springy

Tubo estensibile Springy

Le tecnologie semplici che utilizzano materiali e energie naturali sono le più economiche, ma i progressi scientifici ne hanno messe a disposizione altre che possiamo sfruttare per distribuire con facilità la fondamentale risorsa idrica. La plastica, che ci sta creando tanti problemi, ha moltiplicato le possibilità di irrigazione. Pensiamo ai tubi flessibili che, a partire da una riserva (acquedotto, pozzo, cisterna) ci permettono di trasportare con facilità l’acqua dove ci serve. E agli impianti a goccia, che possono mantenere sempre umida la terra a beneficio dei nostri orti e frutteti minimizzando i consumi di acqua. I boschi non hanno bisogno di irrigazione, ma le nostre coltivazioni molto più fragili ne sono spesso dipendenti perciò la tecnologia ci permette di ottenere raccolti altrimenti impossibili. Purtroppo la plastica ha varie controindicazioni perché proviene da un processo industriale che produce inquinamento e perché la sua sovra produzione sta inquinando il pianeta. Senza rinunciare alle proprietà delle materie plastiche il consiglio è di scegliere i prodotti più duraturi per poi averne cura e allungare loro la vita.

Tubi estensibili e getti variabili

irrigare un giardino

irrigare un giardino

Da qualche anno sono arrivati in commercio i tubi estensibili che sono poco ingombranti a riposo e si allungano quando serve, ovvero quando è attivo il flusso d’acqua. La Claber, azienda specializzata nelle soluzioni per l’irrigazione, ha messo sul mercato un tubo estensibile innovativo  che si chiama Springy. Può essere utilizzato per annaffiare il giardino, ma anche per raggiungere all’occorrenza le parti dell’orto che hanno bisogno di un pronto soccorso idrico. La lancia, che si applica facilmente al tubo, permette di scegliere tra sei diversi tipi di getto che vanno da una nebbiolina diffusa a un flusso concentrato per coprire un vasto raggio. Per modificare i getti si tiene ferma la lancia con la mano sinistra e si gira l’estremità con la destra. Alcuni sono pensati per operazioni di lavaggio. Una soluzione semplice da montare, fabbricata per durare a lungo a patto di averne cura evitando di trascinare il tubo su superfici abrasive e di lasciarlo a lungo al sole.

Quando annaffiare le piante

Nei vegetali l’acqua rappresenta l’85% del peso totale e ne hanno bisogno anche per compiere la fotosintesi, per questo è importante che la terra resti sempre umida soprattutto durante le ore diurne. Ma annaffiare nelle ore più calde della giornata potrebbe provocare alla pianta uno shock termico, per questo le irrigazioni vanno fatte la sera o la mattina presto. Se possibile la mattina è da preferire, infatti troppa umidità notturna potrebbe favorire le malattie fungine. Altro accorgimento per prevenire questi problemi è evitare di bagnare le foglie. Anche se i vegetali sono abituati alle docce naturali dal cielo, non gradiscono di essere bagnati quando il sole è alto. Le gocce, infatti, potrebbero creare un un effetto lente di ingrandimento e concentrare i raggi del sole fino a bruciare le foglie.

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