Uno specchio d’acqua, che sia un laghetto, uno stagno, una vasca è fondamentale per un ecosistema domestico. Abituati ad acquedotti, pozzi e cisterne, abbiamo perduto confidenza con le piccole raccolte d’acqua in superficie vicino a orti, campi coltivati, allevamenti domestici e abitazioni. Eppure la presenza di acqua porta grande ricchezza ed è indispensabile per creare quella biodiversità che aiuta la stabilità dell’ecosistema.

Finalmente abbiamo completato un piccolo stagno all’interno della mia foresta alimentare (qui trovate il video sulla realizzazione del laghetto che mostra tutte le fasi di realizzazione). Sono certa che questa novità farà fare grandi progressi al mio progetto. Realizzarlo è stato relativamente semplice, grazie a un volenteroso e preparato gruppo di amici che mi ha aiutato. Ancora una volta si conferma la regola che per realizzare un progetto in permacultura servono, prima di tutto, buone relazioni sociali e allegria.

Il gruppo è stato fondamentale, ognuno ha dato il suo prezioso contributo

Per la costruzione dello stagno il lavoro di gruppo è stato molto prezioso. Qui lo stagno prima che fosse riempito d’acqua

Dove fare lo stagno

Per prima cosa va scelta la collocazione dello specchio d’acqua che vogliamo accogliere nel nostro terreno.  Meglio una zona che possa raccogliere l’acqua piovana e, quando possibile, un terreno molto argilloso che non abbia bisogno di impermeabilizzazione. Se il laghetto si trova in una zona di media altezza della nostra proprietà, può raccogliere l’acqua piovana e sfruttare l’effetto caduta nel caso lo si voglia utilizzare anche per irrigare. Ogni terreno ha caratteristiche diverse, il mio è pianeggiante, ma ha una lievissima pendenza di cui ho tenuto conto.

La buca dello stagno

Ci sono molte variabili da considerare a partire dalle leggi che regolano la materia. Uno stagno può essere realizzato senza permessi solo se di piccole dimensioni e poca profondità (max 60 cm). Se si superano i limiti stabiliti si deve avviare una pratica per chiedere l’autorizzazione. Nel mio caso le dimensioni hanno consentito di scavare la buca a mano utilizzando vanghe, picconi e pale, altrimenti si deve ricorrere ad una ruspa scavatrice. In tal caso si dovrà considerare anche l’accessibilità dell’area al mezzo meccanico. Soprattutto se siamo in tanti e la buca ha dimensioni ragionevoli scavare a mano è l’opzione più economica, che provoca meno danni all’ambiente, a patto di trasformare la fatica in un momento di allegria e attività fisica, senza eccedere negli sforzi.

La forma dello stagno

Lo stagno va modellato in modo da creare diverse nicchie ecologiche alle diverse altezze. Le piante acquatiche hanno bisogno di profondità diverse in base alla specie. Se vogliamo ospitare anche pesci e ci troviamo in un luogo dove sono possibili le gelate, lo stagno dovrà essere abbastanza profondo da conservare sul fondale spazi di vita per i pesci. In caso di gelate va rotto il ghiaccio il prima possibile per permettere all’acqua di ossigenarsi. Per ottimizzare l’effetto margine (nel margine tra due ecosistemi c’è sempre maggiore biodiversità) possiamo dare allo stagno una forma piena di anse e curve che fa aumentare il perimetro. In questo modo, però, avremo più difficoltà a stendere il telo, quindi consiglio di trovare il giusto compromesso.

Il livello delle sponde

Per fare in modo che gli argini siano alla stessa quota si utilizza una livella ad acqua, che si può realizzare facilmente in casa con un tubo di gomma trasparente e due aste sulle quali disegnare i centimetri. Ci permette di vedere le isometriche, ovvero i punti in cui il terreno ha la stessa altitudine. Sulle sponde dello stagno di effettuano varie misure per verificare che l’acqua si sistemi allo stesso livello.

Si controlla il livello dello stagno con delle livelle d'acqua

Si controllano i bordi dello stagno con la livella ad acqua

Il canale del troppo pieno

Non dimentichiamo di prevedere un canale di uscita per l’acqua, che va accompagnata dolcemente dove ci fa più comodo e dove non crea danni. Il livello di questo canale darà l’altezza massima dell’acqua dello stagno. Si possono realizzare anche dei canali di immissione delle acque piovane, nei quali l’acqua scorrerà per caduta dalla quota più alta a quella più bassa.

Impermeabilizzare lo stagno

Prima di scegliere un telo in plastica per il mio stagno ho esplorato ogni altra possibilità naturale. Fatte le dovute considerazioni, una impermeabilizzazione in plastica resta la soluzione più facile da realizzare, duratura nel tempo (a patto di riparare bene la plastica dai raggi solari) e affidabile. Sono stata fortunata perché ho trovato un telo di riciclo, si tratta di una vecchia tenda da campeggio. In vendita si trovano teli appositi in PVC oppure in EPDM (più costoso, ma più resistente al calore, all’ozono e agli agenti atmosferici). Vanno bene anche i teli antipioggia, che si utilizzano in campagna e che si vedono spesso a protezione delle rotoballe. Il telo, tagliato su misura, va fissato sul bordo interrandolo a formare una U, la cui parte concava va riempita con la terra.

Dopo il primo strato di juta si stende il telo impermeabilizzato. Io l'ho trovato riciclato, una vecchia tenda militare

Dopo il primo strato di protezione si stende il telo impermeabilizzante. Noi abbiamo riciclato una vecchia tenda militare

Le coperture del laghetto

Prima del telo impermeabile e sopra di esso vanno sistemati degli strati di protezione. Il primo, a contatto con la terra, ha la funzione di proteggere il telo da sassi, radici e altre irregolarità che potrebbero danneggiare il telo. Per questo di può usare un tessuto non tessuto o sbizzarrirsi con altri materiali di riciclo, come vecchie coperte e maglioni oppure balle di juta. La juta è il materiale migliore per coprire il telo anche nella parte superiore. Questo strato ha il compito di proteggere la plastica dai raggi del sole e di permettere alla terra del fondale di rimanere al suo posto e alle radici di avere una superficie a cui aggrapparsi. Sopra a questo strato vanno messi pochi centimetri di terra che permettono alle piante di radicarsi. Se non mettiamo terra si possono inserire in acqua vasi per le piante, in questo caso servirà una manutenzione periodica dei vasi.

Come fare uno stagno

Sopra il telo si posa uno strato di juta e infine si ricopre con la terra

Le piante acquatiche da inserire

Per avere uno stagno limpido e ben ossigenato servono varie piante, con caratteristiche e funzioni molto diverse. Sulle sponde vanno le elofite come le canne comuni, le tife e i giunchi. Le idrofite sono piante che vivono sommerse con una parte che galleggia in superficie, possono essere radicate al fondo come le ninfee o flottanti come la lenticchia e il giacinto d’acqua. Altre idrofite vivono completamente sommerse. Poi ci sono le igrofite, le piante che vivono sula riva. Sono erbacee come le felci e l’equiseto o veri alberi come il pioppo, l’ontano e il salice. Prima di acquistare piante acquatiche fate un giro nelle zone umide più vicine al vostro stagno per prelevare semi o giovani esemplari delle piante più adatte al clima della zona. Le piante acquatiche che hanno bisogno di ancoraggio si possono mettere a dimora prima di riempire il lago.

Il riempimento della vasca

Il modo migliore sarebbe attendere che lo stagno si riempia per le precipitazioni. Ma il tempo necessario potrebbe essere maggiore della vostra pazienza, senz’altro della mia. Se il bacino non è troppo grande si può, per una volta, ricorrere al pozzo o all’acquedotto (che per la presenza di cloro è la soluzione meno indicata). Ogni situazione è diversa e ciascuno deve valutare la soluzione più semplice e favorevole per sé e per l’ambiente.

la fase del riempimento

La fase del riempimento dello stagno

Pesci, anfibi e libellule

La presenza di acqua e vegetazione palustre fa arrivare, non si sa da dove, ogni sorta di animale anfibio, dalle rane, ai rospi, ai tritoni. Anche gli insetti arriveranno in massa, tra questi le libellule, particolarmente sgargianti. Lo stagno offre da bere a uccelli e api, che contribuiscono a moltiplicare la biodiversità per una vasta area intorno allo specchio d’acqua. Se gli animali autoctoni non consentono di tenere a bada il proliferare delle larve di zanzara si possono introdurre le gambusie, pesciolini piccolissimi e molto resistenti che decimano la popolazione di questi insetti.

Attenzione a non introdurre le gambusie in ambienti naturali aperti, perché sono una specie invasiva, nativa dei bacini del golfo del Messico, che può danneggiare gravemente l’ecosistema. La loro presenza limiterà comunque la presenza delle specie autoctone. Anatre e altri animali da cortile vanno matti per l’acqua, prima di inserirli verificare che lo stagno possa sopportare l’impatto di animali di una certa dimensione e voracità. Lo stesso ragionamento va fatto prima di introdurre altri pesci, eventualmente anche commestibili.

Il margine e il recinto

I margini possono essere resi più belli e fruibili con qualche grande sasso e si possono utilizzare per far crescere le piante che amano questa nicchia dell’ecosistema. Per via del telo impermeabilizzante, la terra del margine è poco profonda, ma permette, comunque, la crescita di alcune erbe amanti dell’umidità. Per ragioni di sicurezza lo stagno, anche se piccolo e poco profondo, va sempre segnalato e protetto, con una staccionata o un altro tipo di recinzione.

Gli errori da evitare

Ho fatto un analisi a distanza di due anni dalla realizzazione dello stagno: ho cercato di capire cosa che mi è piaciuto del lavoro, e quello che invece avrei fatto di diverso. Sono felicissima del risultato raggiunto e di aver attirato tantissima biodiversità, come una miriade di uccelli, insetti e anche nuovi pesci che ora popolano il mio specchio d’acqua. Anche le piante ora stanno benissimo.

Gambusie nello stagno: sì o no?

Ho commesso però alcuni errori, o meglio, ho analizzato cosa avrei fatto di diverso: forse non avrei introdotto le gambusie, che sono voraci e aggressive, e avrei introdotto pesci più docili come i medaka. Le gambusie sono invasive, difficilmente riuscirete a liberarvene. Inoltre sono estremamente voraci e mangeranno ogni uova d’insetto o di anfibio (rane), che proveranno a riprodursi nel vostro specchio d’acqua. Per questo abbiamo realizzato un secondo piccolo stagno per gli anfibi.

Gli argini separati dal resto della terra

Un altro errore che è stato fatto nella realizzazione del laghetto è stato unire i bordi, gli argini dello stagno, con il resto della terra dell’orto. Questo ha comportato nel tempo un effetto capillare per cui il terreno asciutto nei dintorni, come una spugna, attirava gradualmente l’acqua dallo stagno, riducendone la capienza. Abbiamo risolto separando il bordo dal resto della terra, con dei sassi disposti direttamente sopra il telo, in questo modo l’effetto spugna si è ridotto notevolmente.

Come fare uno stagno (video)

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Francesca Della Giovampaola

Tutorial sullo stagno
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