Posso andare all’orto? E acquistare piantine e semi? Come faccio a prendermi cura del mio terreno e a non perdere una stagione di raccolto? Sono tante le domande che non trovano risposte certe in questo momento in cui abbiamo dovuto rinunciare alle libertà personali per contrastare l’epidemia di coronavirus. Tutto è accaduto proprio in un momento chiave nella ciclicità dell’orto: se non si semina o non si pianta adesso non avremo raccolti nei mesi che verranno. L’orto, oltre ad essere un modo piacevole di trascorrere il tempo, è per molti una consistente fonte di approvvigionamento di cibo di buona qualità, sempre più importante visti i tempi che corrono. Per questo io credo che, proprio in risposta alla crisi, si debba trovare il modo di permettere alle persone di coltivare il proprio cibo e anzi incoraggiare chiunque se la senta a cominciare a farlo. Tutto deve, naturalmente, avvenire nel rispetto delle regole via via indicate, come il mantenimento delle distanze tra le persone e il divieto di assembramenti. In questo articolo provo a fare il punto su quello che si può fare, e quello che NON si può fare al 30 marzo 2020, premesso che le regole possono cambiare di giorno in giorno.
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La vendita di piantine, semi e terricci è consentita?
Il governo ha chiarito che piantine, semi e ciò che serve per coltivare possano essere prodotti e venduti. L’agricoltura professionale può proseguire e anche noi abbiamo dove approvvigionarci di piantine e semi per l’orto. Se viene consentito vendere piante al dettaglio, si presume lo sia anche andare a comprare le piantine, purché nei pressi della propria abitazione. Speriamo che venga, comunque, fatta maggiore chiarezza. Il decreto in questione è datato 23 marzo, e lo trovate qui. Su questo tema vi rimando anche a un articolo de La Stampa, che spiega modalità e motivi dello sblocco di queste attività.
Posso andare all’orto? Chi ha animali può muoversi

Posso andare all’orto?
Chi ha animali da nutrire e gestire, ha tutto il diritto di andare al proprio terreno, o nell’orto, per prendersi cura di loro. Questa è infatti ritenuta dal decreto una situazione di necessità. Basta avere qualche gallina per essere autorizzati a muoversi. Ma chi ha un orto senza allevamenti e che si trova a qualche chilometro da casa o in un altro comune? Purtroppo al momento NON può andarci. Quindi, a meno che si abbiano animali o l’orto sia nel giardino di casa o vicinissimo all’abitazione, non ci si può muovere per curare i propri ortaggi. Io stessa sono rimasta bloccata nell’abitazione di Roma e sto aspettando di poter tornare in Toscana, al Bosco di Ogigia, quando si potrà.
Orti al tempo del coronavirus
La piccola agricoltura familiare, le produzioni per autoconsumo, sono un’integrazione fondamentale dell’alimentazione e, in questo momento di difficoltà economiche per tutti, credo sia ancora più importante lasciare liberi gli hobbisti e i piccoli agricoltori di andare a curare i propri ortaggi. A tal proposito il sito Orto da Coltivare ha preparato una lettera aperta al governo, in cui si chiede proprio questo: riaprire gli orti alle famiglie. Anche nelle città in cui sono diffusi gli orti urbani, sono allo studio modalità che, nel rispetto di tutte le regole previste dal decreto, permettano alle persone di andare a curare il proprio orto. E soprattutto in città, la speranza è che, a seguito della crisi, vengano messe a disposizione sempre più terre pubbliche per aumentare l’autonomia alimentare italiana, perché, ricordiamolo, nel belpaese si produce solo la metà del fabbisogno di cibo.
Posso andare all’orto. Con Matteo Cereda

Fatevi gli orti vostri. Live con il permacultore Fabio Pinzi
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Egregio Legislatore,
cari connazionali,
non è possibile rispettare quel che ci dite di rispettare. Con tutta la buona volontà: non è più possibile.
Non (mi) è possibile abbandonare una casa completamente all’usura e al suo destino. Non è possibile abbandonare una casa che è costata sudore e sangue. E, perché no, soldi. Non potete chiedere, nemmeno in virtù dell’emergenza presente, di abbandonare una casa solo perché GIURIDICAMENTE ordinata “seconda”, non potete chiedere di abbandonare una casa solo perché FUORI REGIONE, non avete il diritto di impedire la manutenzione per la sicurezza e il mantenimento di un mio bene (ma come me migliaia di altri proprietari).
Non avete i diritti (costituzionali o meno, qualcuno competente e non più vile un giorno deciderà su questo) di mandare in malore una risorsa familiare, dove si coltiva un orto per l’autoconsumo di frutta e verdura, dove risiedono ricordi di quattro generazioni, dove la presenza di una (ma anche più) persone, non hanno NULLA A CHE FARE con la sicurezza epidemiologica di una Nazione (la ANCHE mia Nazione).
Quello che fate, quello che dite che noandri dobbiamo o possiamo fare, ha un limite, prendetene serenamente atto.
Un limite dettato dalla logica, dalla realtà dei fatti, da una libertà e intelligenza (leggasi SENSO CIVICO se non ISTINTO DI SOPRAVVIVENZA) che non necessita di continui e restrittivi decreti legge. Siamo grandi, sapete? Siamo adulti.
So bene qual sia il Vostro pensiero: economico, amministrativo. Per questo avete cercato di fermare un contagio MONDIALE con norme riferite a entità “virtuali” come lo sono i CONFINI AMMINISTRATIVI.
In primis zone rosse nei singoli Comuni, poi province e infine Regioni (passando per intere Nazioni), come se il VIRUS conoscesse lo schema politico dei nostri miseri confini mentali, piuttosto che valutare abitudini, viaggi, alimentazione, stress, inquinamento (anche e soprattutto elettromagnetico), disorganizzazione sanitaria (conseguente delle magnaccerie politiche), in cui il solo banchiere siede felice a raccogliere.. in pratica TUTTO.
Se le Leggi hanno un FINE, uno scopo, un obbiettivo e se queste da VOI emanate e calate a forza di minacce di multe e galera mirano al “contenimento della diffusione del COVID-19”.. beh allora state sbagliano clamorosamente con talune decisioni, come quella oggetto della presente.
Io ho il diritto di recarmi in CASA MIA, quale che sia il suo casellario descrittivo di fronte alla Legge (“principale”, “a disposizione”, “seconda”, “per vacanze”, “domicilio”, “dimora”, “residenza”..).
Che sia luogo di villeggiature siete VOI e SOLO VOI a dirlo. Per me è un luogo di VITA, di RISPETTO, di SOPRAVVIVENZA alla società che VOI state distruggendo. E questo annientamento è cosa di PRIMA del coronavirus, diciamolo.
Ora ci trattate da untori della peste, però i nostri soldi di IMUICITARESTASIECC.. li prendete eccome, in onore del latino “pecunia non olet” (li sòrdi non puzzano).
Lasciate liberi i cittadini di decidere le proprie azioni dettando, nelle Vostre Leggi, GLI SCOPI ma non i METODI. Non siete in grado, non sapete capire o prevedere o far fronte alla realtà di vita di 60 milioni di italiani. Non riuscite perché molti di Voi neanche hanno mai lavorato e non calati nella VERA realtà lavorativa italiana.
So bene che state salvaguardando le Regioni da un sovraccarico (teorico) di ammalati e bisognosi di terapie intensive (che temete non disponibili, dato lo stato in cui avete ridotto la sanità) e per questo TEMETE che il popolo capisca (finalmente!) che lo vero problema del coronavirus non è che TI METTE A LETTO ma che QUEL LETTO NON C’E’!! E questo porterebbe vera ribellione tra il popolino, quello stesso popolo che ora, invece, è narcotizzato e impaurito da un becero terrorismo mediatico con tanto di conteggio FALLACE dei morti (alla fine i morti CON coronavirus saranno NUMERICAMENTE superiori ai CONTAGIATI).
Aprite i confini delle Regioni, ora.
Di Legge ne basterà UNA: “cittadino, fai come vuoi, ma non favorire il contagio”. Punto. “Favorire il contagio” sarà compito del comitato “scientifico” definirlo, come azioni umane.
Assemblamento è favorire il contagio? Sì.
Andare da soli in auto: no.
Toccare le cose senza guanti: sì.
E così via. Ossia con un elenco di azioni che siano pericolose. E non occorre specificare se sia pericoloso toccare le mele e/o le pere. TOCCARE. Punto. Toccare anche i cugini? O i fratelli? O l’amante? TOCCARE. PUNTO.
La spesa che oggi facciamo a Milano è la stessa spesa che un domani faremmo a Palermo, usando le stesse precauzioni (guanti, mascherine, distanziamento ecc..). Molto probabilmente nello stesso supermercato (come marchio). Non faremo orge nella casa di montagna e perdonateci se saremo forse più sereni, non dico felici, no.
Attraversare un confine INVISIBILE (tant’è che a noi umani occorre mettere un cartello sulla strada per sapere che non siamo in toscana ma già nel Lazio): non è pericoloso, non di per sé.
Certamente è pericoloso, sì, per VOI, perché (esempio) 100 milanesi che si trovassero ad ammalarsi nella seconda casa di Napoli farebbe scoprire che la Regione Campania non ha LETTI (risorse) DISPONIBILI!
Nessuno vuole correre il rischio di palesarsi inadeguato ad affrontare NUOVO IMBARAZZO. Meglio lasciare smaltire le cose così come ora, soprattutto perché nessuno si pone domande giuste. Non avete paura di NUOVI CONTAGI ma che a NUOVI CONTAGI si sviluppino NUOVE DOMANDE.
Da quel che vedo attraverso quella finestra, viziata, che è la TV o il computer, gli unici a girare fuori regola siete VOI, con i Vostri assemblamenti, ingiustificabili fosse pure per “festeggiare” un ponte disgraziato rinato a simbolo di questo e quello che a Voi pare più importante del mio importante, con mascherine assenti e incontrollati pernottamenti.
Un esempio: solo chi non ha mai lavorato in vita sua può pensare che si possa andare per manutenzione in un porto e tornare la sera stessa, aumentando il rischio di incidenti per stress e stanchezza. Ma dalla Vostra avete la sicumera del Re che conosce la bontà delle briciole rilasciate ar popolino..
Un Re nudo, ormai. E non è un bel vedere.
Ora attendiamo la stracciatura di vesti e il rimando al “ringrazia che hai casa” e/o “ringrazia che hai lavoro” e al sempreverde “c’è gente che è morta”. Sì, è vero: è morta. Ma perché NON SONO STATI CURATI, nel “migliore” dei casi o “CURATI MALAMENTE” negli altri casi, vuoi per mancanza di letti al momento opportuno, vuoi per ERRATE SCELTE MEDICHE riguardo medicinali e procedure non adatte. Intubiamo gente che NON va intubata, teniamo gente in casa ma consigliamo aria aperta e sole per aumentare gli anticorpi e le difese immunitarie in genere.
Ma soprattutto: e allora? Chi ha casa deve tacere perché ha casa? E chi ha lavoro deve tacere perché c’è chi l’ha perso? E chi ha un morto in famiglia? Può parlare su tutti o deve star zitto se quel morto è un vecchio padre di 95 anni con tre patologie pregresse quando incontra chi ha un lutto per la perdita di un figlio? E chi ha perso il lavoro e un figlio? Il suo diritto a parlare è maggiore o minore di chi ha perso casa ma mantiene il lavoro pur col papà in coma? Ma che facciamo la gara alle disgrazie (per altro quasi tutte EVITABILI)?
LA LEGGE E’ UGUALE PER TUTTI, non ammette discriminazioni, quindi ciò che regola la Liguria deve regolare anche la Puglia e ciò che vale per me deve valere per un qualsiasi politico. Quindi o a casa tutti o nessuno. Per Legge. E ciascuno affronterà le conseguenze di tale livella. Io a casa e Bersani a stringere mani a gogo’? Io a casa e Conte nella folla presente sotto il ponte di Genova?
Per finire: il lavoro.
Discriminare la sicurezza personale e collettiva di fronte a un virus terribile in base alla DESTINAZIONE della persona è CRIMINALE. Se vai a lavorare puoi assumere il rischio di MORIRE ma se vai a tagliare l’erba per evitare il rischio di incendio (pensate a località fuori mano, al centro della Sardegna o della Sicilia), no? E questo perché sul terreno sperduto che possiedi (col sangue di inizio articolo) hai una MALEDETTA seconda casa e/o è FUORI REGIONE?