L’autunno, stagione di mezzo, esiste ancora ed è pieno di cose belle. Per chi coltiva il proprio cibo è una stagione speciale, ricca dei frutti cresciuti in estate, colorata come la primavera e già calma come l’inverno in arrivo. Ogni anno ripeto la mia sviolinata all’autunno, ma ho le mie buone ragioni.
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I frutti dell’autunno
Finita l’estate sugli alberi c’è ancora molto da raccogliere. Nel Bosco di Ogigia è tempo di mele e mele cotogne, goji e melagrane, nespole e cachi, e poi fragole che non mancano mai, mandorle e olive. Un frutteto vario con alberi scelti per avere maturazioni in momenti diversi offre raccolti ben oltre la calda estate. Nell’orto ancora rosseggiano pomodori e peperoni e persino i cetrioli offrono un ultimo raccolto. Soddisfazioni arrivano anche dalle zucche, dagli ultimi meloni e dal mais rosso. Fuori dall’orto, invece, è un tripudio di erbette di campo con cui preparare insalate buonissime e purificanti. In questa stagione raccogliere è molto più piacevole per via del clima mite che permette di svolgere attività con meno fatica. Senza il sole troppo potente si lavora bene la terra, che non è né troppo secca né troppo bagnata, per preparare l’orto per gli ortaggi invernali e per le semine. Nel Bosco di Ogigia sto cambiando l’organizzazione degli spazi coltivati per creare una nuova serie di aiuole fisse su cui far crescere di tutto. Pensavo persino di provare un cereale. Questo è il momento giusto per i lavori di manutenzione delle strutture, come spennellare la staccionata di olio riciclato per proteggerla dagli agenti atmosferici.
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Fiori e foglie d’autunno
L’autunno è bello per i suoi colori. Dopo l’arsura dell’estate, le prime piogge portano nuove fioriture, inoltre, gli alberi, abbandonata la monotonia verde, sfoggiano chiome policrome, dal giallo al marrone, passando per il rosso fiammeggiante. Le foglie in caduta libera offrono una risorsa perfetta per affrontare l’inverno. Se ne avete in abbondanza spargetele sui vostri orti, formano la più bella pacciamatura che ci sia con un meraviglioso effetto sottobosco. Ne ho rubate alcune dal bosco selvatico, da aggiungere a quelle di casa, nella speranza che i loro batteri possano trasferirsi nel mio orto e migliorare la decomposizione della materia organica e, quindi, il rilascio di sostanze nutritive. Manca il tocco giallo della fioritura di topinambur, le piantine che avevo piantato a primavera sono cresciute poco, forse a causa della siccità del 2017. I bulbi restano nel terreno in attesa di una stagione più favorevole per loro.
Piantine e semine
Qualche finocchio ritardatario, verze, cavoli e insalate invernali. Ho rimpinguato le varietà di ortaggi sui bancali sinergici. Per le semine è il momento di fave e piselli, che gradiscono trascorrere l’inverno all’aria aperta. Tra breve sarà anche il periodo giusto per mettere sotto terra gli spicchi d’aglio per far germogliare le piantine della preziosa bulbosa. Non manca molto neppure al periodo in cui piantare nuove essenze arboree, che vanno messe a dimora appena completato il ciclo vegetativo o subito prima che si sveglino per la nuova stagione.
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Ciao Nicola. E’ la nespola germanica :)