Potare correttamente un melo (Malus communis) è molto importante sia per non danneggiare la pianta che per ottenere frutti sani e abbondanti. La potatura è fondamentale anche per agevolare la raccolta. Saper potare un melo è importante anche per ottenere raccolti duraturi. Se gli alberi sono ben curati e potati poco ogni anno, continueranno a fruttificare per molto tempo. Se invece li trascureremo, questi cresceranno a dismisura, i rami si congestioneranno e non fruttificheranno abbondantemente, potrebbero generare frutti piccoli e malati. Vediamo quindi nell’articolo come potare il melo e alcuni consigli sulle forme di allevamento.
Indice dei contenuti
- Origini del melo
- Quale è il periodo migliore per potare il melo
- Come riconoscere i rami fruttiferi del melo
- Lamburde e brindilli
- Operazioni di potatura per rinnovare il melo
- Potatura di mantenimento
- Potatura di riforma
- Allevamento a vaso policonico
- Consigli su come tagliare
- Potatura estiva del melo: la scacchiatura
- Attrezzi da utilizzare nella potatura
- Corso potatura facile di Orto da Coltivare
- Come potare un melo (video)
Origini del melo
L’origine dell’albero di melo, che appartiene alla famiglia delle rosacee, a differenza di quanto si possa pensare non è occidentale. La pianta è nativa dell’Asia Centrale (attualmente Kazakistan), l’evoluzione del melo risalirebbe al periodo neolitico. La specie è presente in Italia con oltre 2000 varietà e proprio il Bel Paese è uno dei principali produttori di mele al mondo, purtroppo le tantissime varietà che il nostro ambiente biodiverso ha ospitato, negli anni sono andate perse per favorire poche varietà più resistenti e facili da coltivare e trasportare. Una pianta di melo può vivere dai 50 sino ai 90-100 anni per gli esemplari più longevi.
Pietro Isolan di Orto da Coltivare e Francesca del Bosco di Ogigia di fronte a un melo da potare
Quale è il periodo migliore per potare il melo
Il periodo migliore per la potatura del melo va da novembre sino ai primi di marzo. Questo dipende molto dal clima e la zona in cui siamo, generalmente il periodo invernale è un buon momento per potare il melo. In questa fase dell’anno infatti la pianta è in riposo vegetativo e ancora non ha cominciato a germogliare.
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Come riconoscere i rami fruttiferi del melo
Per effettuare una corretta potatura è necessario saper riconoscere i rami fruttiferi del melo da quelli che faranno nuovi rami. Nel primo anno il melo produce solo una rosetta di foglie che non fiorisce e non dà frutti. Il secondo anno invece fiorisce e fruttifica, dobbiamo quindi saper riconoscere questi rami di due anni. Quelli che ci daranno più frutti sono le lamburde fiorifere. È molto importante saper riconoscere le lamburde, perché saranno queste gemme a darci i frutti, è bene quindi non rovinarle o romperle. I rami di un anno sono invece molto utili se vogliamo riprodurre l’albero per innesto. In questo caso andremo quindi a scegliere delle marze di un anno, meglio se hanno più gemme a legno che a frutto.
(Vedi foto qui sotto con la differenza tra lamburda e brindillo).
I rami delle pomacee
- lamburda: rami corti, le gemme fruttifere sono più grandi e setose
- brindillo: rami esili, lunghi 10-20 cm . Hanno gemme a legno. Possono avere la gemma mista in posizione apicale
- rami misti: rami più lunghi
lamburda e brindillo, gemme a legno e gemme fruttifere. Le differenze
Lamburde e brindilli
I rami che producono gemme hanno nomi molto particolari e anche un po’ curiosi: lamburda e brindillo. Come già accennato le gemme che ci danno i frutti sono quelle su rami di due anni: le lamburde. Queste gemme si riconoscono facilmente, sono supportate da un po’ di legno e hanno un capo un po’ setoso. Questa gemma diventerà un fiore e poi una buona mela (si spera). Il brindillo invece è un rametto con delle gemme a legno (che daranno vita a un nuovo ramo), queste sono delle gemme più a punta e piccoline rispetto alle lamburde. Il brindillo ha una gemma mista in cima (vedi foto).
Operazioni di potatura per rinnovare il melo
- Osservazione. La prima cosa da fare prima di prendere in mano forbice e svettatoio e tagliare è osservare il nostro albero. Ha rami che si intrecciano? Ci sono rami secchi? La forma è armoniosa ed equilibrata? L’albero pende da un lato? In questa fase prendiamo nota di tutto quello che osserviamo. È un momento cruciale anche per evitare successivi errori nella fase di taglio. Ricordatevi che quando si taglia non si torna indietro, ponderate con cura i vostri interventi. Come spiega il potatore Pietro Isolan, “non concentriamoci sul cosa tagliamo, ma su cosa lasceremo della pianta”. La prima cosa che cerchiamo di fare quindi è capire la storia della pianta che andiamo a potare.
- Rimozione del secco e rinnovo. Dopo l’osservazione entriamo nella fase operativa: il primo compito da svolgere è togliere tutte le parti secche, malate o danneggiate. Possiamo riconoscere i rami secchi perché scorticandoli osserviamo che non hanno un colore verde, di linfa, ma bianco o grigio. A questa operazione segue l’eliminazione del legno vecchio che può causare congestione.
- Eliminare gli incroci. Osservate i rami che si incrociano o che vanno parallelamente verso la stessa direzione, quindi diradateli e tagliate per dare “aria” alla pianta. Lasciate sempre un ramo solo se ci sono rami concorrenti che svettano verso l’alto.
- Togliere i polloni. Subito dopo aver liberato il secco eliminate tutti i polloni (sono tutte le parti legnose sotto forma di ramo che si sviluppano ai piedi dell’albero). Queste nuove crescite verticali se lasciate libere, potrebbero congestionare la pianta. Rimuovendo i polloni incrementeremo anche la produttività dell’albero.
- Sfoltire le lamburde. Quando un albero ha prodotto frutti per molti anni, i gruppi di lamburde possono congestionarsi, incidendo negativamente sulla produttività . Quindi è bene ridurre il numero delle lamburde, eliminando alcune delle più vecchie e lasciandone abbastanza per produrre frutti l’autunno seguente.
- Liberiamo il centro. Ridimensionare la nuova crescita usando sempre la tecnica del taglio di ritorno. In questo modo si incoraggerà lo sviluppo di nuove lamburde e aumenterà il potenziale di produzione dell’albero. Dopo questi primi interventi dovrete vedere il centro dell’albero più vuoto, più libero da rami.
inizio di fioritura del melo. I brindilli diventano tanti bei boccioli, che diventeranno mele
Potatura di mantenimento
Di solito per gli alberi di melo è richiesta una sola potatura in inverno. Si fanno questi interventi descritti sopra per mantenere la forma voluta. Il metodo da utilizzare varia a seconda che l’albero su cui interveniamo sia a lamburde o a brindilli. Nel caso di meli a lamburde, si rimuove ogni parte di legno eccessivamente vigoroso e non desiderato e ogni ramo che si interseca o sfrega con altri rami. L’asse principale di ogni ramo può essere ridotto di un quarto, o fino a un terzo della crescita della stagione precedente. Se ci sono lamburde troppo congestionate, rimuovere quelle più vecchie e le meno produttive. Cercate di mantenere il centro della pianta libero, per evitare eccessiva umidità e far svolgere una corretta fotosintesi alla pianta.
Potatura di riforma
Nel caso in cui ci troviamo di fronte a un melo non potato per molti anni, è probabile che dovremo fare dei tagli più drastici ed effettuare la cosiddetta potatura di riforma. La potatura di riforma del melo ha lo scopo di riportare l’albero alla forma che desideriamo, diradando i rami e dando aria e luce alla parte centrale della pianta. Una buona potatura di riforma viene fatta gradualmente per evitare troppo stress alla pianta, ci possono volere anche due, tre anni per completarla. Di norma si interviene prima su una, o massimo due branche, dove effettuiamo i nostri interventi, fino a quando non si ottiene il risultato desiderato. Per ridurre l’eccessiva dominanza apicale (fenomeno vegetale che contribuisce alla tendenza delle piante ad andare verso l’alto), in questa fase potremmo anche fare delle legature e abbassare alcuni rami che vogliamo contenere in altezza.
Allevamento a vaso policonico
La forma di allevamento a vaso policonico è una delle più diffuse nelle potature degli alberi da frutto. Si può adottare anche per l’olivo, con la sua variante a vaso policonico semilibero. Quando si pota per dare questa forma di allevamento a vaso policonico l’obiettivo è dare una impostazione a cono, si crea una serie di vasi vuoti. Se osserviamo idealmente la pianta dall’alto, ogni branca deve assumere una forma di un cono rovesciato, con una vegetazione più folta alla base e diradata in cima. I coni non devono mai sovrapporsi l’uno con l’altro, e ognuno deve avere la sua punta, importante che ce ne sia una sola. Andremo quindi a scegliere nei tagli più in alto una sola punta per cono, queste quattro punte guideranno le quattro aree coniche del nostro albero da frutto. Ricordate che le piante hanno tutte una dominanza apicale, quindi tendono ad andare verso l’alto. Uno scopo di questo tipo di potatura è proprio quello di contenere questa tendenza, facilitando anche la raccolta dei frutti. Nella foto qui sotto possiamo riconoscere bene le quattro branche e i vasi policonici (vasi vuoti) che si formano nelle operazioni di potatura.
Forma allevamento a vaso policonico
Consigli su come tagliare
Quando effettuiamo un taglio è importante rispettare la corona (o collare di corteccia). Mi raccomando non lasciamo mai monconi! Se si taglia molto radente al ramo la pianta faticherà a cicatrizzare, invece se il taglio è troppo in alto l’albero farà molti getti e creerà polloni e nuova indesiderata vegetazione che toglierà energia ai rami fruttiferi. Un altro consiglio da tenere conto quando effettuiamo dei tagli è quello di evitare di far scosciare la pianta, ovvero non dobbiamo creare delle ferite dovute al fatto che la corteccia va a spellarsi, il taglio va effettuato in maniera netta e precisa. La tecnica corretta nel caso di grandi tagli, se usiamo un seghetto, è quella di tagliare metà da una parte e metà dall’alta del ramo. In questo modo eviteremo di scosciare il ramo. Immaginiamo la pianta come se avesse i rami liquidi, non spezziamo mai il flusso della linfa ed effettuiamo tagli di ritorno per far “tornare indietro” i rami, senza mai creare strozzature o monconi. Dopo aver effettuato tagli importanti ricordate sempre di disinfettare le ferite della potatura spennellando con propoli o con un principio a base di vinavil e polvere di rame. Per saperne di più su come disinfettare i rami (rimedio fai da te colla vinilica e polvere di rame) puoi guardare questo video.
Potatura estiva del melo: la scacchiatura
L’unico intervento di potatura estiva sul melo è la “scacchiatura” che va eseguita su alberi molto vigorosi che di norma sviluppano molti succhioni nella parte alta della chioma. Si opera con la potatura di questi succhioni quando raggiungono all’incirca mezzo metro, il periodo indicativo è la fine di maggio. I succhioni verdi devono essere tagliati rasenti alla base, altrimenti c’è la possibilità di avere molti ricacci se tagliamo lasciando dei monconi. Tagliate con un primo passaggio solo circa il 70% dei succhioni, ed effettuate un secondo intervento dopo 2,3 settimane. Questo perché i succhioni a volte hanno la funzione di ombreggiare la parte bassa della chioma, rimuoverli tutti in una sola volta potrebbe esporre troppo repentinamente al sole la pianta. Nella rimozione dei succhioni fate sempre attenzione a non provocare ferite.
Attrezzi da utilizzare nella potatura
Infine qualche consiglio utile sugli attrezzi da utilizzare per la potatura del melo. Per le forbice da pota, potete scegliere sia forbici a lama battente che a doppia lama, a seconda di quella che preferite per la vostre esperienze e preferenze. Tra gli attrezzi da usare è molto utile il troncarami, una specie di forbicione a manico lungo adatto ai tagli dei rami più grandi. Si possono usare anche seghetti adatti al taglio del legno vivo per la rimozione dei rami di diametro più grandi. Risulta molto utile anche avere uno svettatoio, una forbice telescopica che ci consente di tagliare rami di notevole altezza, sino a 4 metri, ma rimanendo sempre con i piedi ben saldi a terra e senza utilizzare pericolose scale.
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Speriamo che questi consigli su come potare il melo siano stati utili e graditi, lasciate nei commenti i vostri consigli e le esperienze nell’allevamento di questa fantastica pianta. Raccontateci anche gli errori, che aiutano sempre a migliorare e a raffinare la tecnica. Vi auguriamo ottimi raccolti di frutta e scorpacciate di mele che potrete mangiare fresche, trasformare in marmellate o fare essiccare per poi mangiarle tutto l’anno.
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Corso potatura facile di Orto da Coltivare
Nel video corso potatura facile di Orto da Coltivare trovate molte indicazioni su come effettuare la potatura del melo e di altre piante da frutto (olivo, albicocco, etc). Il docente che vi guiderà nelle video lezioni pratiche è Pietro Isolan, già protagonista di alcuni video del Bosco di Ogigia sulla potatura del melo (trovate i link ai video qui sotto).
- Per saperne di più: video corso potatura
Filippo Bellantoni – Francesca Della Giovampaola
Come potare un melo (video)

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Potatura della vite. Il cordone speronato
Come far crescere una food forest
Come potare in sicurezza
Come fare l’orto
Libri
La potatura degli alberi da frutto. Vita in campagna, Informatore Agrario
Enciclopedia della potatura, manuale pratico. Di Richard Bird
Il mio orto biologico, di Francesco Beldì, Enrico Accorsi. Ed. Terra Nuova
Curare gli alberi da frutto senza chimica, di Francesco Beldì, Enrico Accorsi. Ed. Terra Nuova
Video sulla potatura del melo
Potare il melo (primo anno)
Potatura del melo (secondo anno)
Gommosi degli alberi da frutto. Cosa fare
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