Il grande biologo e scrittore canadese David Suzuki, nella sua lezione L’eredità, illustra le incognite che nel corso della sua vita lo hanno portato a lottare per un mondo più sostenibile: dal surriscaldamento del pianeta, all’impoverimento degli oceani, alla necessità di un futuro basato sulle energie rinnovabili.

Il testo della lezione di Suzuki parte dall’esperienza diretta, dai suoi ricordi a da quelli della sua famiglia. Memorie in cui foreste e mari erano ancora ricchi di piante e animali, in cui gli uomini vivevano in armonia con la natura e non in conflitto.

David Suzuki

David Suzuki

Inventare un futuro

Suzuki riconosce all’uomo un chiaro vantaggio rispetto alle altre specie viventi. Il nostro cervello ci permette di osservare, imparare dagli errori e dagli incidenti, dagli esperimenti e dalle scoperte, di riconoscere le relazioni causali ed escogitare soluzioni. Non a caso, il primo dei princìpi della permacultura, ancor prima di agire, consiglia di “osservare e interagire”. «Il segreto del nostro successo era inevitabile – scrive Suzuki – Non eravamo certo una specie che si distingueva per numerosità, dimensioni, velocità o forza». Il vantaggio rispetto agli altri animali, secondo Suzuki, è proprio quello di poter osservare e immaginare un futuro.

«Inventare un futuro ci permetteva di guardare avanti e di rilevare la presenza di pericoli e opportunità, riconoscendo che le nostre azioni avrebbero avuto delle conseguenze»

Crescita della popolazione

Per Suzuki è importante capire le conseguenze dell’incredibile aumento della popolazione mondiale negli ultimi due secoli. «C’era voluta l’intera esistenza umana – scrive Suzuki – per raggiungere quota un miliardo all’inizio del XIX secolo. Da allora, in meno di duecento anni, la popolazione mondiale è schizzata a 6,8 miliardi. Siamo i mammiferi più numerosi del pianeta». Questa crescita demografica senza freni, affiancata a un’innovazione tecnologica galoppante e alla domanda consumistica, ha determinato una notevole pressione sulla biosfera. Le aree coltivabili si sono ridotte e la disponibilità di risorse idriche è già limitata in molti paesi. Per l’ambientalista canadese, la terra non è un pozzo senza fine e stiamo spingendo i sistemi naturali sempre più al limite. Di conseguenza «se le naturali previsioni di crescita della popolazione si riveleranno esatte, e i modelli operativi dell’uomo non cambieranno, né la scienza, né la tecnologia potranno fermare il degrado irreversibile dell’ambiente naturale e l’aumento della povertà».

Crescita mondiale della popolazione

Crescita mondiale della popolazione, dati www.worldometers.info/world-population

«Entro il 2048 non resteranno più specie ittiche commerciabili»

Sviluppo tecnologico per Suzuki

Anche se le nostre capacità creative ci hanno portato a uno sviluppo tecnologico senza precedenti, spesso questo è stato accompagnato da costi che non potevano essere previsti. Ci vollero anni, ad esempio, per conoscere la ricaduta radioattiva delle bombe lanciate su Hiroshima e Nagasaki. Ci vollero altri anni ancora perché gli studiosi si accorgessero che le scorie rilasciate nell’atmosfera dalle esplosioni nucleari rischiavano di bloccare i raggi del sole e provocare l’autunno o l’inverno nucleare.

Il caso del Ddt

Quando Paul Muller scoprì che il Ddt uccideva gli insetti, il suo datore di lavoro intuì il profitto che poteva derivarne. Muller si aggiudicò il premio Nobel, l’azienda per cui lavorava si arricchì. Con la graduale diffusione del Ddt gli ornitologi iniziarono a registrare una diminuzione nelle popolazioni di alcuni tipi di uccelli. Questo perché l’insetticida rendeva i gusci delle uova deposte dai volatili più fragili. Anni più tardi, furono rinvenuti alti livelli di Ddt nel seno e nel latte delle donne. Questo per via del fenomeno della bioamplificazione, l’aumento della concentrazione di una sostanza man mano che questa sale la catena alimentare. La concentrazione di Ddt poteva essere anche centinaia di migliaia di volte superiore a quella di partenza.

«Ogni volta che applichiamo nuove tecnologie, finiamo per scoprire, ma solo in un secondo momento, che avevano degli effetti collaterali. La nostra ignoranza è immensa, ma gli esseri umani sono diventati una forza così potente da alterare i sistemi che supportano la vita del pianeta».

Foresta

Foresta

L’importanza del suolo

L’ambientalista di origini giapponesi dedica un intero capitolo al suolo. La terra è la nostra prima madre e per millenni l’abbiamo rispettata e valorizzata. Oggi si tende invece a definire il suolo come terriccio, mentre in realtà è una comunità vivente di organismi. In un cucchiaio di suolo, troviamo un numero di batteri che può raggiungere i tre miliardi, oltre a circa un milione di funghi, come i lieviti e le muffe. Il suolo ospita un vero e proprio zoo di creature.

Si calcola che ogni anno si perdono ventiquattro milioni di tonnellate di soprassuolo in tutto il mondo, principalmente a causa delle pratiche agricole e della desertificazione. La quantità perduta nell’arco di un ventennio è pari all’intera area coltivabile negli Stati Uniti

L'eredità di David Suzuki

L’eredità di David Suzuki

La speranza per il futuro

Suzuki, che è uno degli ambientalisti più attivi e influenti della sua generazione, nonostante le gravi sofferenze ambientali del nostro pianeta, ci mostra una nuova via di speranza che può essere percorsa solo con vivida immaginazione e ferma volontà.

«Morirò prima che i miei nipoti siano diventati adulti e abbiano avuto figli a loro volta, ma nutro la speranza che il loro futuro sia ricco di opportunità, bellezza, meraviglia e armoniosa convivenza con il resto della creazione. L’unica cosa che ci serve è l’immaginazione per sognarlo e la volontà di trasformare il sogno in realtà».

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Articolo su Susuki thecanadianencyclopedia

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