I fervida sono un concentrato di batteri buoni per l’uomo da utilizzare per tante funzioni diverse. Assunti come alimento migliorano le difese immunitarie e apportano nutrienti preziosi, in cucina sono d’aiuto nelle lievitazione del pane e per conservare il cibo, in bagno sono detergenti e nutrienti, in casa puliscono e sulla terra fertilizzano. Se vi sembra troppo sappiate che l’elenco è solo parziale.
Indice dei contenuti
Significato della parola fervida
Il nome fervida, o fermenti di vita, lo ha scelto Stefano Abruzzese, un italiano che vive in Thailandia. Prima che lui li potasse in Italia erano famosi solo nel loro paese d’origine, grazie a una signora thailandese dai capelli bianchi, Pa Cheng. Anche se la tradizione che ne tramanda la produzione è molto antica, non rimaneva molto di questa salutare saggezza fino a quando Pa Cheng, dopo essere guarita da una malattia utilizzandoli, ha cominciato a produrli in grandi quantità e a farli conoscere. Il successo è stato tale che si è potuta permettere due canali televisivi in cui parlare dei nam mak, il nome thailandese dei fervida. L’ Italia è un’avanguardia in occidente per questo metodo di fermentazione fatto in casa che si ottiene mettendo insieme tre ingredienti: acqua, zucchero (o altro dolcificante naturale) e un vegetale qualsiasi. Per avere fervida maturi serve almeno un anno di fermentazione e invecchiamento e una cura costante per evitare che il processo degeneri. La pazienza sarà premiata con un liquido dal profumo acetico versatile e benefico, da usare a piccole dosi.
preparazione di fervida con foglie di olivo
Come si fanno i fervida
I fervida sono facili da fare in casa, ma servono costanza per accudirli e spazio per conservarli. La ricetta prevede tre soli ingredienti da miscelare nelle giuste proporzioni. 5, 3, 1 sono i numeri da ricordare. Cinque parti di acqua, tre di vegetale e 1 di dolcificante. Quindi se ho un contenitore da 10 litri, dovrò inserire 3 kg di vegetale, cinque litri di acqua miscelata con un kg di zucchero. In alto si lascia un po’ di spazio per evitare che durante la fermentazione il liquido fuoriesca. Facile, no? In realtà ci sono delle varianti di cui tenere conto. Per esempio, se il vegetale prescelto sono delle foglie, non ci orienteremo con il peso, ma con lo spazio che occupano nel contenitore. Le foglie dovranno stare in metà contenitore mentre spingiamo in basso per togliere l’aria. Insomma, serve un po’ di esperienza e sicuramente uno scambio di informazioni con i più esperti per gestire la vita del fervida, che comincia con la fermentazione, prosegue con una fase alcolica per poi raggiungere quella acetica. Non si può usare acqua del rubinetto perché contiene cloro, ma andrà bene anche questa se fatta decantare per diverse ore. Meglio utilizzare un’acqua di sorgente, che è una merce rara e quindi si può optare per quella minerale, oppure osmotizzata, demineralizzata o distillata. Per dolcificare si può usare zucchero bio di canna grezzo, ma anche miele, malti o sciroppi naturali. I contenitori vanno tenuti al riparo dalla luce del sole, che ucciderebbe tutti i batteri e lavati con aceto di mele. Possono essere di vetro, in questo caso vanno protetti dalla luce, oppure di plastica per alimenti. Questi ultimi si possono reperire anche gratuitamente tra quelli smaltiti dai laboratori alimentari. Nei primi due mesi dalla preparazione i fervida avranno bisogno di controllo e manutenzione due o tre volte alla settimana per evitare che si formino muffe e altre degenerazioni. Se andranno a male ve ne accorgerete senza ombra di dubbio dall’odore. Per i fervida serve un anno di invecchiamento e l’assunzione va fatta procedendo gradualmente, iniziando da una sola goccia alla volta per tre volte al giorno. Si utilizza il liquido filtrato, ma anche altri prodotti che si formeranno durante il processo come le gelatine.
Miscela di acqua e zucchero in percentuale 5 a 1
Esempio di ricetta base fervida con contenitore da 5 litri
1,5 kg di vegetale
2,5 litri di acqua
0,5 kg di zucchero
Perché i batteri fanno bene
Per quale ragione un allevamento di batteri può risolvere tanti problemi e migliorare la nostra salute? La risposta ci arriva dalla scienza che ha iniziato da qualche anno a esplorare l’incredibile quantità e varietà di microorganismi con cui conviviamo. Le nuove conoscenze ci permettono di affermare che l’essere umano è un ecosistema, anche se la ricerca sul microbiota, l’insieme di batteri che proliferano in noi, è solo all’inizio. Dopo aver partecipato a un incontro per imparare a preparare fervida a cura di Ivan Susta sono andata a rileggere un libro di grande successo: “L’intestino felice” della microbiologa tedesca Giulia Enders. “L’intestino è il continente più affascinate – scrive la giovane ricercatrice – In nessun altro luogo vivono così tante specie e famiglie”. Non è solo qui che vivono i nostri amici batteri, li abbiamo un po’ ovunque nel nostro corpo e ci aiutano a relazionarci con l’esterno, ma il nostro intestino è il luogo dove si concentrano di più, tanto che il microbiota intestinale di ciascuno di noi può pesare anche due chili. Per render meglio l’idea Giulia Enders scrive: “In un grammo di feci ci sono più batteri che persone al mondo”. Questa quantità di estranei in casa non ci fa male, bensì ci permette di vivere bene, aiutandoci a svolgere molte attività e sono loro a determinare molte delle nostre caratteristiche, rendendoci unici.
I fervida si possono preparare partendo da qualsiasi vegetale: frutta, verdura, erbe, semi e foglie
Il sovrappeso, la malnutrizione, le malattie nervose, gli stati depressivi e i problemi intestinali cronici hanno a che fare con l’alterazione dell’equilibrio della flora batterica intestinale. In altre parole, se va storto qualcosa nel mondo dei batteri, magari va storto qualcosa anche per noi – da l’Intestino felice
Per il nostro sistema immunitario tanta varietà offre una palestra da cui imparare a riconoscere gli elementi pericolosi e a lasciar lavorare gli altri. “Gran parte del nostro sistema immunitario (circa l’80%) – si legge nel libro – è collocato nell’intestino. E questo per un buon motivo. Qui si trova il palcoscenico principale della Woodstock betterica, e un sistema immunitario non può certo perdersi lo spettacolo”. Sappiamo che i batteri ci aiutano a digerire gli alimenti, ma sanno fare di più: producono anche sostanze nuove. “L’alimentazione occidentale è costituita al 90 per cento da quel che mangiamo – scrive Giulia Enders – e al 10 per cento da quel che ci offrono quotidianamente i batteri”. Per esempio i crauti (cavoli sottoposti a fermentazione lattica) contengono più vitamine della verdura fresca da cui sono ricavati. I fervida apportano batteri al nostro corpo e nelle nostre vite, ecco perché ci fanno bene. Non esistono studi scientifici specifici sui fervida per diverse ragioni. La prima è che la scienza ha appena cominciato a esplorare la complessità dell’universo dei batteri e le loro interazioni con noi. La seconda è che non esisterà mai un fervida uguale all’altro, come non esiste un intestino uguale all’altro. “Ogni essere umano ha la sua collezione personale di batteri – si legge ancora ne libro – Si potrebbero persino prendere impronte digitali batteriche”. La terza è che certi studi, anche parziali, avrebbero costi enormi. Ci si può solo basare sull’esperienza degli altri e sulle nostre personali capacità di riconoscere ciò che ci fa bene. Per questo sono nati numerosi gruppi dove si scambiano informazioni e conoscenze sui possibili benefici dei fervida e su come produrli, tra questi c’è il gruppo facebook fondato dallo stesso Stefano Abruzzese. Quello dei fervida è un mondo, che dovrete approfondire gradualmente. Ciò che è certo è che, se vi appassionerete, avrete bisogno di molto spazio in casa o in cantina per ospitare tutti i fervida che avrete voglia di allevare.
Come filtrare i fervida
Come filtrare i fervida una volta raggiunta la “maturazione”? Il mio fervida di foglie di ulivo l’ho filtrato dopo averlo fatto invecchiare per più di due anni. Per il filtraggio ho semplicemente usato un imbuto e una garza. Potete usare sistemi di filtraggio più o meno spessi e assorbenti, questo dipende molto da quanto il vostro fervida è denso. Una volta filtrato in una bottiglia, l’ho distribuito dentro altre piccole bottiglie con dosatore di contagocce. Nel video che vi lascio qui sotto potete vedere come l’ho filtrato.
- Per approfondire: filtrare i fervida (video)
Come fare i fervida (video)

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Molto molto interessante!!! Vorrei essere partecipe..almeno sulla lettura con voi
Ciao Raffaela, grazie del tuo commento. Abbiamo appena pubblicato il video sui Fervida, lo trovi anche nell’articolo :). Un abbraccio
Bravissimi,ci mancava un video spiegazione così ben costruito e dettagliato sui nostri fervida,io sono una fermentatrice da ormai quattro anni e cerco di avvicinare quante più persone possibili al mondo della fermentazione in generale,perché oltre ai fervida io fermento anche kombucha,tibicos,kefir,verdure lattofermentate e quello che non so fermentare come il miso lo compro su Internet,i cibi fermentati mi hanno guarito da moltissimi acciacchi di salute e non mi ammalo più
Grazie mille :)
Ah,mi dimenticavo di dire che produco da me anche aceto di mele e altra frutta
Ciao, mi potresti dire come fai l’aceto di mele?.il procedimento e l’occorrente. grazie.
Mi chiamo Dora ho iniziato a fare i fervida ne ho fatti 2 uno con le mele e uno con l’uva e li sto curando. E interessante .da quando li ho preparati sono passati 5 mesi il profumo e buono .spero che vada tutto bene.
Volevo sapere se la frutta che si usa per il fermentato dopo giusto a maturazione si utilizza per fermentare o si deve usare vegetale nuovo?
Molto interessante. Ci sono per caso libri per approfondire? Grazie
Ciao Jazinta, non mi risulta che ci siano libri specifici sui Fervida, sono ancora una novità. Sui gruppi facebook specializzati trovi documenti condivisi con molte informazioni
Per me è una novità, proverò subito con l’aloe vera,pianta che adoro, ma vorrei qualche informazione, durante l’anno di fermentazione, dovrò aprire il barattolo di tanto in tanto per potere controllare,vi prego datemi dei chiarimenti grazie cordiali saluti
Ciao Giovanna, il controllo periodico è d’obbligo. Nei primi mesi va fatto spesso per controllare che non ci siamo muffe o altre degenerazioni e per spingere in basso i vegetali che sono venuti in superficie e quindi sono rimasti scoperti. Se trovi un po’ di muffa devi rimuoverla, in genere il fervida riesce e guarire. Per avere risposte ai tuoi dubbi durante la fermentazione ti consiglio di iscriverti a un gruppo facebook specializzato come Microrganismi Fervida.
Molto interessante! Poi , come la raccontate voi in maniera invogliante , ti viene voglia di provare subito.
Buongiorno,
Vorrei sapere perché viene posta la pellicola a chiudere il barattolo all’inizio della fermentazione, ho letto più volte che questa deve essere aerobica e che non bisogna chiudere la bocca del barattolo ma anzi lasciarla aperta e coperta solo di un tovagliolo per non far entrare la polvere.
Grazie.
Ciao Carmelo, mi è stato spiegato che la pellicola fa passare l’aria e serve per evitare di perdere il liquido di condensa. Basta non avvitare completamente il coperchio e l’aria passa. Ti posso confermare che il mio fervida sta bene :)
Carmelo hai ragione infatti molti fanno le cose senza comprendere perchè funzionano. La pellicola e in generale il polietilene anche quello delle buste ermetiche sono permeabili all’aria e impermeabili all’acqua. Questo fa si che i fervida possano respirare senza problemi o che semi o piante possano conservarsi perfettamente in una bustina ermetica. Spero di averti chiarito la questione.
Per favore vorrei sapere come scegliere il fervida adatto a me,sto usando da 2 mesi le gocce di diamante per un leggero astigmatismo e miopia,per ora e’migliorata la secchezza oculare. Sono piu’ adatti quelli invecchiati o giovani per chi inizia?
Buongiorno Michela, sono approdata da poco in questo mondo affascinante, e subito mi ha colpito il collirio GD che vorrei acquistare ma non riesco a trovare dove, leggo che lei lo ha usato potrebbe darmi indicazioni?
Ce un gruppo Facebook si chiama Microorganismi ❤FerVida
E ci sono i moderatori che vendono fervida e gocce di diamante
Ho un fervida di un anno lo vorrei cominciare a usare, dopo tutti i controlli, mi chiedo quante volte dovrei filtrarlo?
ho seguito con molto interesse ed entusiasmo la spiegazione di Ivan Susta che mi ha invogliato a farlo. Lo scorso 25 aprile l’ho preparato con i limoni non trattati seguendo tutte le indicazioni. Inizialmente ho chiuso il barattolo di vetro con una garza poi, una volta che i pezzi di limoni si sono abbassati ho chiuso il barattolo ermeticamente. Controllo il fervida ogni giorno, mi sembra che stia bene e ogni tanto apro il coperchio ermetico per fargli prendere aria e sentire il suo odore. Sono, però, in pensiero perchè il mio fervida non produce ancora il tappo di gelatina. E’ normale questo o sto sbagliando qualcosa?
Ringrazio fin d’ora per le indicazioni che cortesemente vorrete darmi
Katia
Buon giorno, ho ad aprile iniziato a fare diversi tipi di fervida, volevo possibilmente sapere, il fervida che ho fatto con le fave fresche (senza il baccello) per cosa poi lo potrò usare? Mille grazie
Salve! Sono già eccitata all’idea di iniziare a fare i fervida!!!!!
Esistono libri che parlano in modo dettagliato anche delle varie diverse proprietà che assume il fervida a seconda delle piante, erbe, fiori etc. che si usano?
Inoltre, cosa ci facciamo con quel disco di gelatina densa che si forma in superficie?
Grazie per la vostra attenzione!
Serena
Salve vi sto conoscendo in questo momento argomenti che mi piacciono , e che trovo molto interessanti ….fervida non sapevo neanche cosa fosse ….
Grazie Piero, ci fa piacere. Facci sapere come va con i fervida
Sono entusiasta di aver iniziato a fare i fervida e un mondo che mi sempre affascinato. Grazie. Per l’invecchiamento del fervida. Dopo un anno bisogna filtrare e lasciare invecchiare o bisogna lasciare il vegetale o la frutta insieme?
State attenti con ste scemate da santoni che piacciono tanto in italia(infatti sulla santona thai dei fervida non c’é nessuna informazione in lingua inglese, a parte qualche articolo in cui viene arrestata per “pozioni miracolose” nel 2010). Non esistono cibi miracolosi, tutto il cibo é buono in quantita giuste e tutto il cibo fa male se si esagera. I batteri che fanno bene al nostro intestino sono già ovunque, sulla buccia della frutta e della verdura, in un fermentato di 5 giorni. Fermentiamo per piacere, per provare gusti nuovi, per conservare e riutilizzare. Mangiare le muffe invece é pericoloso, ripeto, state attenti e seguite i libri, la scienza e l’esperienza, non gli specchietti per le allodole
Sono entusiasta sto iniziando a fare fervida di melograno è un mondo che mi affascina
ciao, esiste già qualche articolo su come utilizzi i fervida al Bosco? Ho dei fervida splendidi, ma l’unica cosa che ne faccio è aggiungerne un po’ nella cisterna dell’acqua (e da oggi – e quando riuscirò a fare un vero compost, nella compostiera).
Ciao Anouk, non abbiamo al momento un articolo sul tema, grazie in ogni caso del suggerimento. I fervida li consumo per uso personale, dovremmo fare un esperimento e far vedere gli utilizzi dei fervida nell’orto. Da questo link puoi trovare varie ricette per rigenerare il suolo, tra cui anche i fervida: https://www.boscodiogigia.it/rigenerare-terreni-guida
La mia fermentazione di aloe dopo 3 mesi ha evaporato quasi tutto il liquido che devo fare’?